"La difesa è sempre legittima". Questo il commento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul caso di un uomo che, dopo aver ferito un ladro che si era intrufolato in casa sua, non è stato indagato in base alle nuove norme sulla legittima difesa.
La vittima di 68 anni, il 3 novembre scorso, si è trovato di fronte a una banda di rapinatori muniti di passamontagna che hanno fatto irruzione nella sua casa di Grignano, frazione di Rovigo, e non ha esitato a sparare alcuni colpi di pistola anche perché aveva già recentemente subito un furto in casa.
Secondo le prime ricostruzioni, i ladri avrebbero scavalcato la recinzione di una villetta di campagna e sarebbero subito incappati nell'anziano proprietario che, sparando, ha messo in fuga la banda. Uno dei rapinatori, però, è rimasto ferito e pertanto la questura di Rovigo ha allertato gli ospedali della zona per verificare se qualcuno fosse ricorso alle cure mediche per una ferita d'arma da fuoco. Al momento, però, la ricerca non ha avuto esito positivo.
La procura di Rovigo, invece, ha precisato che "si procede allo stato contro ignoti per il delitto, in ipotesi accusatoria, di tentata rapina aggravata dall'essere gli autori armati, travisati, per aver commesso i fatti all'interno di un luogo di abitazione".
La procuratrice capo Manuela Fasolato ha spiegato: "La persona offesa ha sparato, mirando a parti non vitali, con un'arma regolarmente denunciata, per difendersi dal soggetto travisato da passamontagna che si trovava all'interno della sua abitazione al buio, e che stava cercando di colpirlo con un cacciavite nonostante fosse scattato l'allarme e avesse già avvisato ad alta voce che era armata". La vittima, in questo caso, dunque, grazie alla nuova legge, non dovrà subire alcun processo perché non c'è stato alcun eccesso di legittima difesa. Un aspetto rivendicato anche dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che su X scrive: "Un risultato grazie alle norme volute dalla Lega, a tutela dei cittadini perbene. Come sosteniamo da anni, la difesa è sempre legittima".
L'impegno del governo Meloni e della maggioranza in materia di sicurezza, inoltre, si estende anche nei confronti degli agenti delle forze dell'ordine che troppo spesso finiscono sotto indagine soltanto per aver compiuto il proprio dovere. Fratelli d'Italia, infatti, proprio ieri, ha presentato una proposta di legge che modifica l'articolo 335 del codice di procedura penale, prevedendo che, in tutti i casi in cui sia ravvisabile una causa di giustificazione della notizia di reato pervenuta al pm, quest'ultimo proceda entro sette giorni ad effettuare gli accertamenti preliminari, al fine di evitare l'iscrizione del registro degli indagati se non è strettamente necessario. "Con noi al governo uomini e donne della polizia hanno le spalle coperte", ha detto il deputato di FdI Giovanni Donzelli nel corso della presentazione della proposta di legge. "Quando qualcuno difende lo Stato e la sicurezza dei cittadini, lo Stato sa da che parte stare", ha aggiunto Donzelli ricordando che "in passato c'è stato qualche magistrato che più o meno strumentalmente" in questi casi "ha detto sono stato costretto dalla legge. Allora ha concluso il deputato meloniano - se il problema è la legge, cambiamo la legge". Non si tratta più di singoli e isolati casi, ma sarebbero circa 20 gli agenti che ogni anno vengono iscritti al registro degli indagati.
Il caso più eclatante è quello di Ramy Elgaml, l'egiziano di 19 anni morto a Milano nel novembre 2024 a causa di un incidente stradale avvenuto mentre fuggiva in moto insieme a un amico inseguito dai carabinieri perché non si era fermato al posto di blocco.