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L'emergenza del governo. Già pronti 310 milioni per la cittadinanza a tutti

Maxi fondo del Viminale per gli uffici destinati all'accoglienza. Previsto un bonus per i dirigenti

L'emergenza del governo. Già pronti 310 milioni per la cittadinanza a tutti

Il governo giallorosso chiude gli occhi sul monitoraggio degli sbarchi degli ultimi giorni, omettendo di valutarne entità e comparazione con lo stesso periodo del 2019 al contempo però, non dimentica di mettere in campo ingenti risorse da destinare agli immigrati. Negli ultimi giorni il Viminale ha stanziato ben 310 milioni di euro (precisamente 309.880.000) per rafforzare il programma necessario ai funzionari per attivare l'iter del riconoscimento della cittadinanza italiana. Una cifra pressoché esagerata se si considerano i due passaggi che riguarderanno, uno la gestione del sistema informatico e l'altro, la formazione del personale. E altrettanto contando che la procedura è stata avviata dagli uffici senza pubblicazione del bando ma attraverso la sola trattativa privata. Modalità curiosa davvero a meno che il programma non sia avallato da vincoli di somma urgenza, - ma nei documenti non figura alcuna disposizione di celerità piuttosto, data l'ingente somma, come recita il codice degli appalti, il bando pubblico doveva essere doveroso. Al contempo invece si riconoscono anche 2.500 euro di bonus per Rup e direttore esecutivo.

Già, ma come accaduto anche in altre occasioni la maggioranza Pd Cinquestelle semplifica e sburocratizza a giorni alterni secondo il motto «Cicero pro domo sua». Solo quando conviene insomma. In questo caso specifico sembra proprio che il ministero dell'Interno vada di corsa per mettere a punto il miglior proposito per affrettare l'assegnazione della cittadinanza. Tuttavia se si va a misurare il rapporto realistico tra domanda e riconoscimento viene fuori che negli ultimi anni ben il 35% delle domande sono state rigettate per incompletezza di requisiti e insufficienza documentale. Vale a dire che i funzionari impegnati nella valutazione delle richieste le hanno rigettate per oltre un terzo delle volte. Chissà se a oggi questo nuovo sistema di calcolo e analisi, dato l'ingente costo, possa operare una scrematura delle domande già a monte. Si vedrà. Comunque sia, è evidente porre una sorta di domanda retorica: come mai proprio in questo momento così problematico per l'Italia, in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si affanna a voler prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre prossimo, tra le priorità del Viminale ci sia il via libera a un progetto per l'assegnazione della cittadinanza agli immigrati? A oggi, a meno di inaspettate sorprese le proposte di legge sullo Ius soli e Ius sanguinis sembrano serrate nei cassetti della maggioranza, compresa quella relativa al Disegno di legge portato avanti dal presidente della commissione Affari costituzionali, il pentastellato Giuseppe Brescia fervido sostenitore del fatto che bambini immigrati che frequentano la scuola, siano già a priori cittadini italiani. E comunque sia la macchina amministrativa che si occupa di accoglienza ai migranti, malgrado lo stato di emergenza, si sta rimettendo in moto. Oltre a questa ingente somma di denaro ne è stata elargita un'altra, anche se è poca cosa in confronto: 7 milioni di euro per affidare ai mediatori culturali progetti contro la vulnerabilità sociale, psichica dei migranti e per impartire regole per la cura della salute. Cifra cui si aggiungono anche gli ultimi 110 milioni per la proroga di una porzione dei progetti Siproimi.

E non ultimo ulteriori 102 milioni per le organizzazioni no profit che si occupano di integrazione sul territorio nazionale.

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