Tra gli effetti più gravi della crisi innescata da Giuseppe Conte c'è quello di indebolire l'Italia sul piano internazionale. Non è un caso che a Mosca l'ex presidente Medvedev ironizzi su «chi sarà il prossimo» a cadere tra gli alleati di Kiev, dopo Johnson e Draghi, e che la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, invochi un nuovo esecutivo «non servo degli Usa». Anche al sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli (Lega), non è sfuggito come l'autogol del leader grillino abbia esposto il Paese alle logiche della macchina della propaganda russa.
Crede che dietro possa esserci una regia internazionale?
«Nei conflitti la propaganda è sempre stata usata per influenzare sia il proprio popolo, sia le realtà internazionali. Mosca ha dimostrato in più occasioni una particolare attenzione verso questo sistema di lotta indiretta. E con la vignetta contro Draghi e Johnson non si è smentita. Sulle ipotesi di manipolazioni, però, direi che la regia dietro la crisi sia delle stesse compagini che il governo dovrebbero sostenerlo».
Pensa che il governo possa andare avanti con questi presupposti?
«Il governo può andare avanti se è coeso e concentrato sugli interessi degli italiani: cioè senza i 5 Stelle. Irresponsabilità, ritardi, voti contrari e ricatti sollevati ad arte per interessi di comodo non danno molte speranze. Se non cambia questo atteggiamento sarà difficile e personalmente non ho paura del giudizio degli italiani».
Uno dei punti su cui sono iniziati i malumori culminati nell'opposizione al Dl Aiuti è quello dell'invio di armi a Kiev. L'Italia manterrà i suoi impegni?
«L'ultima scissione e le ulteriori frammentazioni che si stanno profilando descrivono benissimo il clima di disperato arrembaggio interno al M5S e penso che la querelle sugli aiuti all'Ucraina sia figlia di logiche di bieca convenienza elettorale. Il governo non potrà che essere coerente sul supporto a Kiev. Sono in corso continue valutazioni su cosa inviare e i decreti interministeriali, peraltro, non richiedono passaggi alle Came»re.
Pensa che si debba fare di più in questo senso?
«Per troppo tempo abbiamo dato la pace per scontata e il comparto militare è stato oggetto di pesanti tagli che ne hanno minato l'efficacia. Ora è evidente che si deve tornare ad investire nella sicurezza. L'Italia deve porsi come partner affidabile e risolutivo in Europa, con uno strumento militare credibile.
Servono azioni concrete, come la proposta di legge per spostare al 2033 il termine per la riduzione organica delle forze armate. Bisogna garantire strumenti e mezzi all'avanguardia, senza trascurare ciò esiste già. E poi serve una maggiore coesione europea sul piano della Difesa, per contribuire alla sicurezza globale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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