Coronavirus

L'esercito peggio della scuola: immune solo uno su due

Differenze tra i vari Corpi: più avanti i Carabinieri, seguono l'Aeronautica e la Marina

L'esercito peggio della scuola: immune solo uno su due

I poliziotti non sono gli unici a snobbare, per il 20%, gli hub vaccinali. Anche i militari italiani, Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, in fatto di numeri, si allineano ai membri della polizia di Stato. Scorrendo tabelle riservate a loro dedicate, infatti, si scopre che più di due componenti dell'Esercito su dieci non si sono ancora neppure accostati ad un hub vaccinale. E molti di loro sono ancora alla prima dose. Per la precisione, attualmente il 78,8% dell'intero personale ha effettuato prima o entrambe le dosi.

La percentuale va ovviamente spezzettata e ci sono differenze nei quattro corpi dei militari che superano complessivamente i 282mila addetti. Prendiamo l'Esercito, di cui si contano poco meno di 100mila uomini. Qui solo il 53% ha completato il ciclo vaccinale, cioè una doppia dose. Il 16% invece ne ha fatta una sola. In totale siamo al 69%, addirittura inferiore al numero dei vaccinati a livello nazionale che ormai sfiora il 70%. Eppure lo stesso generale Figliuolo, in qualità di commissario straordinario anti Covid, vaccinandosi in un hub in tuta mimetica, avrebbe dovuto dare il buon esempio ai suoi sottoposti. Invece i militari sono uomini come gli altri, con paure e reticenze. Più rigorosi gli uomini dell'Aeronautica. Quasi 8 su 10 sono completamente immunizzati, solo uno sparuto 3% ha fatto una sola dose e alla fine la copertura del Corpo si attesta all'81,3%.

Analoga situazione nella Marina. Quasi 40mila addetti e l'81,3% di copertura: 7 su 10 già immunizzati, 3 su 10 solo una dose. Poi c'è l'Arma. Qui, ci si aspetta che la copertura sia «bulgara» anche perché sono stati i primi, assieme alla polizia, ad essere beneficiati di una dose quando ancora le vaccinazioni si dovevano dedicare alle categorie prioritarie, tra cui le forze dell'ordine. Invece i dati riflettono qualche diffidenza. Il 75% del personale ha ricevuto due dosi, il 9,34% solo una dose. Risultato, siamo all'85,13%. Insomma, non sono valori simili ai sanitari, ma superano quelli dell'ex immunità di gregge fissata all'80%. «Ex» immunità visto che, la variante Delta, altamente contagiosa, non ci permette di ambire alla copertura ideale nazionale poiché ha la capacità di infettare (però senza grossi guai) anche i vaccinati.

Ma dall'Arma forse la gente si aspetta abnegazione assoluta anche sul piano vaccinale. Eppure qualche opera di convincimento c'è stata. Come lo spot di sensibilizzazione diffuso sui canali interni dell'Istituzione. Alla realizzazione avevano partecipato il campione olimpico Luigi Busà, l'attore Francesco Pannofino e perfino il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia. Ma la diffidenza è dura a morire e nonostante il green pass obbligatorio nelle mense, nonostante il ruolo di affidabilità che ispirano alla popolazione, qualche frangia dei carabinieri scrolla la testa dinnanzi al vaccino.

Ad analizzare questa parziale disaffezione è Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato e membro del comitato tecnico scientifico: «Dai dati emerge che questa popolazione di lavoratori si è vaccinata più della popolazione generale anche se molti di loro erano stati messi in condizione di immunizzarsi all'inizio della campagna vaccinale come elementi importanti di una collettività». Ma non ci siamo ancora. «L'80% ormai non basta più aggiunge Ciciliano Bisogna proseguire con le vaccinazioni come tutela personale e per la tutela collettiva visto che le forze dell'ordine sono a contatto con le persone. E penso anche ai vigili del fuoco, ai vigli urbani».

Per loro servirebbe l'obbligo? «Tecnicamente sarebbe la soluzione migliore - spiega Ma se non c'è intesa politica, si dovrebbe pensare ad un obbligo per tipologia di lavoro per tutti coloro che stanno a contatto con il pubblico».

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