Elezioni Regionali 2019

L'esodo grillino verso il Carroccio

Il reddito non convince il Sud: in molti adesso guardano alla Lega

L'esodo grillino verso il Carroccio

Ancora una volta, l'esito delle elezioni regionali in Basilicata mostra un significativo mutamento nei rapporti di forza tra i partiti. Un crollo del M5s, una crescita della Lega, una performance modesta del centrosinistra. Facendo seguito a ciò che è accaduto prima in Molise e poi in Sardegna.

In realtà, c'è una sorta di filo rosso che lega gran parte dei risultati elettorali degli ultimi decenni. Ed è il crescente manifestarsi della voglia di «nuovo» e di «diverso» da parte di una sempre più ampia quota di elettori. Una delle prime formazioni che raccolse questa tendenza fu la Lega di Bossi. Venne poi, con un successo molto maggiore, Forza Italia di Berlusconi. Quest'ultima prometteva un radicale mutamento nei contenuti e nei modi di fare politica e nella natura dei loro protagonisti. Dopo un grande consenso per diversi anni, l'elettorato si disamorò, cercando ancora una volta alternative «nuove». Che sono state dapprima il M5s e, negli ultimi mesi, la Lega di Salvini (completamente modificata rispetto all'impostazione bossiana).

Ma i grillini, dopo un successo crescente, sino al trionfo (specialmente nelle regioni del Meridione) alle ultime politiche, hanno subito un forte ridimensionamento. La loro esperienza di governo, sia a livello nazionale, sia, specialmente, a livello locale, ha deluso molti loro elettori, che spesso li hanno accusati di scarsa capacità e di scarsa coerenza. È il tanto sottolineato appello alla onestà e alla parsimonia degli eletti, si è infranto di fronte ai comportamenti illeciti o inopportuni di molti. Secondo alcuni commentatori, i grillini, una volta giunti al potere, si sono in buona parte comportati come i politici tradizionali.

I risultati delle elezioni in Basilicata riflettono questi trend. È vero che (come osserva Marco Valbruzzi nella, come al solito, eccellente analisi del voto elaborata dall'Istituto Cattaneo) il M5s resta comunque il primo partito della regione, riuscendo comunque a superare (di poco) la Lega e vede un forte incremento, quasi un raddoppio, rispetto alle precedenti regionali di 5 anni fa. Ma il divario rispetto alle politiche del 2018 è impressionante, anche se si tiene conto che solitamente il M5s ottiene meno alle amministrative: in questo caso la percentuale è sostanzialmente dimezzata. I provvedimenti legati al reddito di cittadinanza, che dovevano permettere ai grillini il mantenimento del Sud, non hanno convinto.

Il vero vincitore delle elezioni regionali in Basilicata è, dunque, la coalizione di centrodestra. Con però importanti differenziazioni al suo interno: la Lega triplica, infatti, i suoi voti rispetto alle recenti Politiche, confermando la capacità di leadership di Salvini e il suo nuovo carattere «nazionale».

Secondo le prime analisi sui flussi elettorali nella città di Potenza, presentate dal Cise (il centro di ricerca diretto da Roberto d'Alimonte), la Lega avrebbe ottenuto questo grande consenso approfittando proprio del flusso di voti in uscita dell'alleato di governo. Ci sarebbe cioè una tendenza di una parte consistente di elettori M5s ad abbandonare il voto grillino per sostenere direttamente Salvini.

Lo sconfitto è, invece, il centrosinistra, che perde, per la prima volta in più di vent'anni, la maggioranza in consiglio regionale. È vero che c'è stato un lieve recupero rispetto al risultato disastroso delle ultime Politiche (il che, tutto sommato può essere un segnale positivo per Zingaretti), ma l'aver perso il potere in una delle regioni «rosse» rappresenta un dato molto significativo. Così come lo è in particolare il calo del Pd.

Questi andamenti si ripeteranno in occasione del prossimo voto alle elezioni europee a fine maggio? Assisteremo anche in quella occasione al ridimensionamento del M5s e alla correlata crescita della Lega? È molto probabile, ma nessuno può dirlo con certezza.

La campagna elettorale è appena cominciata e può riservare ancora molte sorprese.

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