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L'esproprio di Ferrero: prendiamo i soldi ai ricchi

La proposta choc dell'ex ministro rosso: "Serve una patrimoniale su immobili e risparmi"

L'esproprio di Ferrero: prendiamo i soldi ai ricchi

Con le elezioni torna il vecchio cavallo di battaglia della sinistra falce e martello: depredare i ricchi. Un'idea da brividi in uno Stato dove la pressione fiscale reale si aggira già attorno al 50% e le imprese chiudono perché strozzate dalle miriadi di tasse statali, regionali, comunali. Eppure l'esproprio proletario esercita sempre un certo fascino come soluzione magica per risolvere i problemi di finanza pubblica (non si capisce in che modo strangolare di tasse «chi ha di più» dovrebbe rendere più ricco «chi ha di meno», ma non importa). «I soldi ci sono, prendiamoli a chi ne ha troppi» recita minaccioso lo slogan elettorale sui manifesti di Paolo Ferrero, ex segretario di Rifondazione Comunista, ex ministro oggi impiegato part time della Regione Piemonte e candidato nella circoscrizione Nord Ovest con La Sinistra, listone unitario dei vari partitini post-comunisti ancora in vita. Chi si ricorda la foto dello yacht con la scritta «Anche i ricchi piangano»? Era il manifesto di Rifondazione Comunista del 2006 per la finanziaria di quell'anno, governo Prodi con i rifondaroli nell'esecutivo. Sono passati 13 anni ma gli ideali restano quelli.

L'Italia non cresce? Il tasso di disoccupazione è tra i più alti d'Europa? I giovani scappano all'estero? Le imprese pure? Che problema c'è, aumentiamo le tasse ai ricchi no? È tra i punti salienti del programma della Sinistra per un'Europa modello Venezuela: «Introdurre una patrimoniale che si applichi a tutte le forme di ricchezza mobiliari ed immobiliari». Una megatassa sugli immobili, ovviamente anche prime case, e su «tutte» le ricchezze mobiliari, definite così dalla Treccani: «Ogni forma di ricchezza che non abbia natura immobiliare, e cioè titoli di debito pubblico, obbligazioni, azioni, rendite varie, denaro liquido, mobili propriamente detti, suppellettili, biancheria, vestiario, oggetti d'arte, gioielli, merci, materiali etc». Quindi conti in banca ma pure gioielli, quadri e mutande se pregiate. Insomma è mettendo pesantemente le mani nei risparmi privati che i reduci della sinistra vogliono risolvere i problemi. Va detto che l'idea della patrimoniale è diffusa anche in ambienti meno radicali. Il Pd di Zingaretti evita la parola «patrimoniale» per non spaventare il ceto medio ma pensa a quello quando vuole «maggiore gradualità e progressività delle imposte». Mentre il senatore a vita Mario Monti sostiene che «non ci sarebbe nulla di strano a fare una patrimoniale annuale ad aliquota moderata».

Certo, con lo stipendio pubblico a vita da senatore una patrimoniale ad aliquota moderata è più moderata da digerire.

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