C'è un misto di soddisfazione e di amarezza nelle reazioni che arrivano da Forza Italia alla notizia dell'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby Ter. Certo c'è la gioia per il verdetto positivo e per la fine di un teorema, ma anche la consapevolezza del calvario subito dal leader del partito a causa di un processo apparentemente infinito.
«La notizia dell'assoluzione del presidente Berlusconi dall'ennesima accusa, frutto di un teorema giudiziario che si sta inesorabile sgretolando, è motivo di grande gioia. A nome nostro e di tutti i parlamentari di Forza Italia, esprimiamo soddisfazione perché ancora una volta è stata ristabilita la verità dei fatti» scrivono in una nota i capigruppo azzurri al Senato e alla Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo. «Non possiamo però nascondere né tacere una profonda amarezza. È infatti inaccettabile - proseguono - che un processo fondato sul nulla, come dimostra la richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso pubblico ministero, abbia non solo sperperato energie e denaro pubblico degni di miglior causa, ma sia stato utilizzato, come tutti gli altri processi, solo per cercare di distruggere l'immagine del leader di partito che negli ultimi 28 anni è stato il più votato dagli italiani. Auspichiamo che, attraverso una grande riforma della giustizia, non possa più accadere che una parte, per fortuna minoritaria, della magistratura usi le inchieste per cambiare il corso della storia politica di questo Paese».
Se Antonio Tajani sottolinea che «la decisione della magistratura ristabilisce la verità» e che «l'assoluzione di Silvio Berlusconi è una buona notizia per tutti. Non avevamo dubbi sulla sua innocenza», Maurizio Gasparri pone una domanda che unisce gli aspetti giudiziari agli effetti politici: «Prima la persecuzione poi l'assoluzione. Ancora una volta si dimostrano infondate le aggressioni giudiziarie a Berlusconi. Chi gli chiederà scusa ora? Chi pagherà per aver condizionato e avvelenato lo stesso corso della vita democratica?» Giorgio Mulè, a sua volta, aggiunge che «alla soddisfazione per una sentenza arrivata comunque troppi anni dopo l'avvio dell'azione penale, si accompagna l'amarezza nel sapere che nessuno potrà ripagare il Presidente Berlusconi delle sofferenze patite». Un concetto che viene ripreso dalla ministra dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini. «Dopo un lungo calvario giudiziario la verità finalmente è ancora una volta emersa in maniera chiara, dimostrando la totale infondatezza delle accuse. Resta, tuttavia, il grande rammarico per anni di ingiuste accuse e polemiche pretestuose che hanno avvelenato il dibattito e segnato la storia politica del nostro Paese». Per il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin «il verdetto mette nero su bianco la parola fine a un torto che durava da troppo tempo. Giustizia è fatta ma non sarà mai abbastanza». Erica Mazzetti auspica che ora «il centrodestra sappia intervenire per cambiare in meglio la giustizia e normalizzare il rapporto tra cittadino e Stato. L'avvio di un cantiere per la riforma è prioritario».
E Paolo Emilio Russo chiosa: «Il tempo è come il presidente Silvio Berlusconi: galantuomo. L'ultima - ennesima - assoluzione, questa volta nel processo Ruby Ter a Roma, non stupisce chi lo conosce, ma dimostra ancora una volta di quale pregiudizio e incredibile persecuzione sia stato vittima nei decenni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.