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Ecco la "mossa finale" di Letta per blindare l'asse con i 5 stelle

Il segretario del Pd lancia un tavolo sulle riforme ammiccando ai grillini: "Combattere trasformismo parlamentare".

Ecco la "mossa finale" di Letta per blindare l'asse con i 5 stelle

Il Partito democratico targato Enrico Letta strizza l’occhio al Movimento 5 stelle per provare a blindare l’alleanza. Il segretario ha comunicato di aver avviato un programma di lavoro che dovrà culminare con la presentazione di proposte in grado di favorire l’avvio di una stagione di riforme istituzionali. Per continuare ad andare a braccetto con i pentastellati, l’ex presidente del Consiglio ha individuato quale deve essere la prima direttrice da seguire. Sul suo profilo Twitter è stato chiaro: “Norme per limitare i cambi di casacca e il trasformismo parlamentare”. Un proposito che sembra ispirarsi al programma politico del M5S: da sempre sostenitore del vincolo di mandato. Misura che la Costituzione vieta espressamete per tutelare la libertà degli eletti e il buon funzionamento delle Camere. Divieto che, evidentemente, può essere bypassato o ridimensionato sull’altare dell’allenza con il “nuovo” Movimento guidato da Giuseppe Conte. Un rapporto strategico per il futuro del centrosinistra e gli equilibri al centro che rischia di essere messo in pericolo dagli eterni dissidi interni ai pentastellati: ancora divisi su quelli che dovranno essere i loro tratti identitari. Sullo sfondo c’è poi la partita delle prossime scadenze amministrative: né il Pd né il M5S hanno chiarito se ci saranno capoluoghi dove si presenteranno insieme alle urne. L’annuncio è in grado di allontanare dal Pd alcuni potenziali alleati: Azione di Calenda, le liste centriste in alcune piazze e +Europa.

A coordinare i lavori sulle riforme saranno Andrea Giorgis, deputato Pd torinese e docente di diritto costituzionale e Carla Bassu, professoressa di diritto pubblico comparato all’Università di Sassari. La giurista sarda è una collaboratrice di lungo corso di Enrico Letta. Grazie alla sua amicizia con Marco Meloni, braccio destro di Letta nella segreteria ed ex deputato, ha potuto collaborare alle iniziative della “Scuola di politiche”. L’associazione costituita da Letta per favorire la selezione di una nuova classe dirigente attraverso corsi di studio e seminari. Ente vicino alle attività del Centro Studi AREL: organizzazione attiva sulla ricerca in materia legislativa fondata da Beniamino Andreatta, ex ministro del Tesoro democristiano. Una sorta di cantera per la vecchia Margherita e il nuovo Partito democratico. Un punto di riferimento per Letta e per tutti i suoi più stretti collaboratori. È proprio negli uffici di AREL che Letta incontra gli esponenti del centrosinistra e delle altre forze politiche: scelta che per qualcuno potrebbe segnalare anche un certo livello di disagio verso un Pd eternamente flagellato da scontri e frazionismi.

Quella di Letta rischia comunque di restare una mossa di mero marketing politico. La strada per arrivare a una modifica dell’articolo della Costituzione che vieta il vincolo di mandato è tutta in salita. Tra doppia approvazione conforme da parte di Camera e Senato e priorità imposte dalla lotta al Covid-19 si rischia di arrivare fuori tempo massimo. Più semplice che si proponga nel giro di qualche mese una modifica del Regolamento della Camera sull’onda di quanto fatto al Senato nella scorsa legislatura. La presidenza Grasso favorì infatti l’adozione di un codicillo che limita la costituzione di gruppi parlamentari espressione di forze politiche non presenti alle elezioni. Anche in questo caso Pd e M5S dovrebbero fare sintesi con le varie anime presenti a Montecitorio.

Come da consumata consuetudine repubblicana, il “tavolo sulle riforme” finirà per allungare i tempi delle proposte.

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