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Letta non molla e fa il simpatico: "Solidarietà a quell'1% più ricco d'Italia"

Il segretario del Pd insiste sulla tassa di successione e ironizza: "Il nostro è un Paese davvero dal cuore d'oro". Ma il premier Draghi lo ha già stoppato

Letta non molla e fa il simpatico: "Solidarietà a quell'1% più ricco d'Italia"

Le priorità della sinistra in tempi di pandemia sembrano essere chiare: introdurre una tassa di successione inasprendo l'imposta indiretta sui beni immobili e diritti reali immobiliari lasciati in eredità per finanziare una "dote" destinata ai maggiorenni. Il tema è tornato sul tavolo del dibattito politico dopo essere stato sollevato da Enrico Letta: "Lancio la proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all'1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione".

Immediatamente si è alzato un coro contrario all'idea dell'ex presidente del Consiglio, che non ha perso tempo per rilanciare con convinzione la sua richiesta facendo anche il simpatico. "Il nostro è un Paese davvero dal cuore d'oro. Vedo solidarietà diffuse a quell'1% più ricco del nostro Paese per evitare che si trovi a pagare la tassa di successione come succede invece in Usa, Regno Unito e Francia", ha scritto sul suo profilo Twitter con tanto di tono ironico.

Il "no" di Draghi e del centrodestra

La proposta del numero uno del Pd ha però dovuto fare i conti con la chiarissima presa di posizione del premier Mario Draghi, che in sostanza ha bocciato quanto avanzato da Letta: "Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli". Un immediato stop è arrivato anche da Forza Italia, che per bocca di Roberto Occhiuto ha sfidato il segretario dem a replicare la richiesta ai cittadini nel corso della campagna elettorale: "Proponga al Paese un esecutivo di sinistra con al primo punto l'aumento della pressione fiscale". Il capogruppo forzista alla Camera ritiene l'idea assolutamente non percorribile da questo governo di unità nazionale poiché lo scopo principale per cui è nato è "il superamento dell'emergenza sanitaria ed economica".

Gli ha fatto eco Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha fatto notare come in Italia le imposte su redditi e patrimonio siano già al 43,1% contro una media europea del 41, senza dimenticare che con le tasse di scopo si potrebbe correre il rischio di arricchire ulteriormente la spesa improduttiva: "Dare soldi ai giovani per diventare imprenditori senza prima preoccuparsi della loro istruzione e formazione è solo una proposta demagogica e di corto respiro".

Contro il leader del Partito democratico si è scagliato pure Matteo Salvini, che ha così fermato la follia proposta da Letta: "Anzichè nuove tasse come propongono Letta e il Pd, per aiutare i giovani proponiamo di tassare adeguatamente in Italia le multinazionali straniere che fanno affari in Italia e che pagano poco o niente".

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