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La lettera appello a Biden di 700 scienziati e Nobel: "Tagliare le armi nucleari"

Tra i firmatari anche l'italiano Parisi: "Non è saggio dare tanto potere a una persona sola"

La lettera appello a Biden di 700 scienziati e Nobel: "Tagliare le armi nucleari"

Non bastavano i guai legati alla politica interna, non bastavano i sondaggi in picchiata e i problemi in politica estera: Joe Biden viene tirato per la giacchetta anche dagli scienziati. E quello che gli chiedono di fare non è semplice.

Sono settecento, compreso il Premio Nobel italiano per la Fisica 2021 Giorgio Parisi, tra scienziati e ingegneri, 21 Premi Nobel, i firmatari di una lettera appello al presidente degli Stati Uniti in cui si dicono «seriamente preoccupati per i rischi posti da armi nucleari».

Ci sono le regole sull'uso delle armi nucleari che chiedono di modificare, la corsa agli armamenti da rallentare, dichiarare che gli Stati Uniti non utilizzeranno per primi le armi nucleari, modificare i poteri del presidente per ordinare l'uso di armi nucleari e ridurre a mille il numero di armi nucleari strategiche schierate. L'occasione, da non farsi assolutamente sfuggire, è l'aggiornamento del Nuclear Posture Review (NPR) che stabilisce il ruolo delle armi nucleari nella strategia di difesa Usa. «Il Nuclear Posture Review in corso è un'opportunità per Lei di ridurre il rischio di una guerra nucleare riducendo l'arsenale nucleare degli Stati Uniti e il suo ruolo nella sicurezza degli Stati Uniti e modificando le politiche che ne regolano l'uso». C'è tensione e c'è paura e serve limitare i margini di eventuali errori. Gli scienziati rilevano quindi che «questo è un momento cruciale», nel quale «gli Stati Uniti devono rallentare la rinnovata corsa agli armamenti nucleari con Russia e Cina» e «devono inoltre dimostrare che stanno adempiendo agli obblighi nell'ambito del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) per compiere passi verso il disarmo». Un passo importante, nella forma e nella sostanza che stravolgerebbe e limiterebbe l'azione dello stesso presidente. Una sorta di assicurazione anche sulle legislazioni future.

Nell'appello si invita perciò Biden a includere nel Nuclear Posture Review tre passaggi. Nel primo si dichiara che «gli Stati Uniti non utilizzeranno per primi le armi nucleari in nessun circostanze, e prenderebbero in considerazione l'uso di armi nucleari solo in risposta a un attacco nucleare contro di loro».

Nel secondo punto gli scienziati chiedono a Biden di «modificare il processo per ordinare l'uso di armi nucleari, per richiedere uno o più funzionari che concordino con un ordine presidenziale prima che venga eseguito. Questo per evitare un eventuale futuro presidente che sia instabile». Al terzo punto, infine, i firmatari dell'appello invitano Biden a «ridurre l'arsenale a meno di 1.000 testate missilistiche schierate e bombardieri». Questo, rilevano, potrà aumentare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e rallentare la vertiginosa corsa agli armamenti nucleari con Russia e Cina.

Gli scienziati lo invitano inoltre a considerare l'eliminazione degli Icbm ( i missili balistici intercontinentali) basati su silos. Per compensare la loro intrinseca vulnerabilità a un attacco nucleare russo, l'Air Force mantiene gli Icbm in allerta, pronti per lanciare in pochi minuti se gli Stati Uniti rilevano un attacco russo in arrivo. Questo costringerebbe un presidente a prendere la più importante di tutte le decisioni, sull'opportunità di lanciare un attacco di rappresaglia nucleare in pochi minuti. Crea anche il rischio di un lancio sbagliato in risposta a un falso avvertimento.

Errori che evidentemente non si possono correre.

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