Coronavirus

La lettera di Conte e Sanchez "Riaprire le frontiere dell'Ue"

Italia e Spagna alla Von der Leyen: ristabilire la libera circolazione. A luglio via libera ai turisti extra-europei

La lettera di Conte e Sanchez "Riaprire le frontiere dell'Ue"

Riaprire presto e tutti insieme. Con i medesimi criteri chiari e trasparenti e senza discriminazioni. Italia e Spagna, due dei Paesi europei più penalizzati dall'epidemia, fanno fronte comune per tornare alla normalità evitando le fughe in avanti di chi è stato meno colpito dal virus.

Il premier Giuseppe Conte e quello spagnolo Pedro Sanchez lo scrivono in una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo che venga istituito al più presto un sistema di coordinamento per poter riaprire le frontiere interne dell'Ue e in particolare quelle esterne, sempre in un modo concordato tra tutti i Paesi. «È tempo di riattivare le nostre economie - sottolineano - recuperare la normalità e anche un elemento fondamentale del progetto europeo come la libertà di movimento nell'area Schengen». Un eventuale stop alla circolazione, sostengono, dovrà essere deciso solo davanti a criteri oggettivi stabiliti da un organismo europeo come il Centro di controllo epidemiologico in coordinamento con gli Stati membri.

Non tutti i Paesi sono pronti a riaprire le frontiere all'Italia il 15 giugno, che dovrebbe essere il giorno del D-day del turismo europeo. Non lo farà l'Austria, che guarda con sospetto alla nostra curva epidemiologica nonostante i richiami della Ue alla non discriminazione, mentre la Svizzera ha già stabilito che riaprirà prima del previsto, non più il 6 luglio. Anche la Grecia pare si stia preparando ad accoglierci. Ad una regolamentazione congiunta sui movimenti tra Paesi lavora il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, cercando di far passare l'idea che in Italia si può venire in sicurezza. «Ci aspettiamo una riapertura non solo dei Paesi dell'Ue, ma anche Schengen Plus», dice il ministro. Ieri Di Maio era a Berlino per incontrare il collega tedesco Heiko Maas, intenzionato invece a riaprire i confini verso l'Italia a metà mese. «Ho avviato un dialogo con i Paesi confinanti, tra cui anche l'Austria - spiega Maas - metteremo in atto quello che il governo ha deciso questa settimana: a partire dal 15 giungo non ci saranno azioni specifiche per viaggiare in Europa ma solo indicazioni, che saranno aggiornate sulla base dei dati epidemiologici. Chi decide di voler passare le vacanze in Italia lo può fare senza ostacoli e impedimenti, all'interno dell'Ue dobbiamo metterci d'accordo su una pratica europea comune». Per quanto riguarda invece le frontiere esterne, quasi tutti i viaggi in Europa sono limitati fino al 15 giugno, ma molti ministri hanno suggerito di voler prorogare questa scadenza fino all'inizio di luglio. «Per i Paesi fuori dall'Ue le riaperture saranno più complicate, ci sono territori con livelli di contagio molto più alti», conferma Di Maio.

In Europa si dibatte sulle riaperture dei confini per far ripartire il turismo in stallo per l'epidemia, ma anche di immigrazione. L'Italia e gli altri paesi del Mediterraneo hanno chiesto alla Commissione una riforma del trattato di Dublino che «superi il criterio della responsabilità del Paese di primo ingresso» e preveda «un meccanismo di ricollocamenti obbligatori».

In un documento, sottoscritto da Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna, si sostiene che i migranti sbarcati sul territorio di uno Stato membro come risultato di un'operazione di ricerca e soccorso non possono essere considerati allo stesso modo di altri ingressi irregolari.

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