Ma l'Europa così rischia una nuova crisi greca

L'Unione sembra ancora una volta in ritardo, salvata (per ora) dalla politica della Bce

Ma l'Europa così rischia una nuova crisi greca

Domani e dopodomani a Versailles il Consiglio europeo dovrà affrontare un'altra dura tappa verso una maggiore integrazione tra gli Stati. Il «pacchetto energia», presentato ieri dalla Commissione Ue, è infatti privo dello strumento sul quale alcuni Paesi, Italia in primis, facevano affidamento per avere maggiori risorse per contrastare il caro-prezzi: gli eurobond. «Non c'è nessun progetto di debito comune» per le spese energetiche «a livello di Commissione, forse c'è a livello di qualche Stato membro», ha detto ieri in conferenza stampa il vice presidente esecutivo della Commissione con delega al Green deal, l'olandese Frans Timmermans. Insomma, a Bruxelles non si pensa a emettere eurobond per finanziare le spese necessarie a far fronte alla riduzione della dipendenza dell'Ue dagli idrocarburi russi e alla difesa comune. Parole che fanno comprendere come il vertice francese sia destinato a scatenare nuove polemiche, come accadde nel 2020 prima del varo di Next Generation Eu.

In che cosa consiste il piano europeo, dunque? La strategia (da tradurre in una proposta di legge) si articola su tre pilastri: un sistema di riempimento degli stoccaggi gas al 90% entro il primo ottobre di ogni anno, la possibilità di fissare temporaneamente un tetto ai prezzi dell'energia e, infine, diversificare l'approvvigionamento anche grazie ai terminali di rigassificazione. A questo si aggiunge un «Temporary framework» (richiesto esplicitamente dal premier Draghi) che consentirà di derogare alle norme sugli aiuti di Stato per sostenere le imprese colpite dal caro-energia e di modificare il prelievo fiscale sulle aziende che conseguono extra-profitti grazie all'incremento dei prezzi. L'obiettivo della presidente von der Leyen e di Timmermans è «abbassare di due terzi la dipendenza dal gas russo entro fine anno» e azzerarla entro il 2030 con il ricorso alle rinnovabili sostenute dal Green deal.

Insomma, come spiegato da Timmermans stesso, gli Stati «sono liberi nelle scelte del mix energetico», per cui possono variare l'utilizzo di nucleare, gas e carbone (l'Italia però non ha opzioni). Ma che l'Ue finanzi con un Recovery per l'energia le singole politiche è fuori discussione. Basta e avanza la proroga dell'allentamento del Patto di stabilità. Draghi avrà due giorni a disposizione per cambiare il corso della partita. Ancora una volta, nonostante lo scenario macroeconomico sia profondamente mutato rispetto a fine 2021, l'Ue pare in ritardo nell'affrontare unitariamente una crisi.

Nel 2011 questo errore fu fatale perché si consentì l'estensione della crisi greca alla parte meridionale del Continente. Se non ci fosse la Bce con la sua politica monetaria accomodante, gli spettri del passato probabilmente sarebbero già tornati.

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