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Balneari, si tratta ma l'accordo non c'è ancora. E Draghi fa lezione sull'Europa

Prima l'anniversario della Direzione investigativa antimafia, poi l'aula magna dell'Università Bocconi

Balneari, si tratta ma l'accordo non c'è ancora. E Draghi fa lezione sull'Europa

Prima l'anniversario della Direzione investigativa antimafia, poi l'aula magna dell'Università Bocconi. Nella sua trasferta milanese, Mario Draghi si gode l'applauso dell'Ateneo al fianco del predecessore a Palazzo Chigi, Mario Monti. Intanto però a Roma le acque nella sua maggioranza restano agitate intorno alla questione delle concessioni balneari. L'ultimo negoziato, in una corsa contro il tempo, si sta consumando intorno all'aggettivo «residuo», legato al valore in base al quale saranno calcolati gli indennizzi per le aziende che non otterranno il rinnovo dopo anni di attività, quando dal 2023 scatteranno le gare.

Oggi alle 9 è prevista una riunione di maggioranza al Senato e poi alle 10 si dovrebbe chiudere in commissione con il voto. Il Governo ha illustrato ieri sera in Commissione Industria il possibile punto di mediazione. Questa mattina si riunirà la Commissione Bilancio di palazzo Madama e a seguire la Commissione Industria.

Sotto la Madonnina, invece, durante l'evento in memoria dell'economista Alberto Alesina, scomparso due anni fa, il premier coglie l'occasione per esprimere cordoglio «per l'orribile tragedia del Texas», chiedendo di «essere vicini» con l'anima ai parenti dei 19 bambini scomparsi. E poi si concentra sui temi economici, sul processo di de-globalizzazione, sugli effetti della guerra in Ucraina e sulla dipendenza dal gas russo. L'ex governatore della Bce a sorpresa attacca Donald Trump, pur senza citarlo direttamente, per aver cercato di «distruggere» le fondamenta del commercio mondiale; accusa poi la Cina per la «mancanza di rispetto delle normative» nel commercio mondiale; e traccia una rotta per l'Europa, invitandola a cercare un «federalismo pragmatico» in grado di riportare l'Ue ad un «ruolo significativo» nel panorama mondiale.

In cima alle preoccupazioni ci sono ovviamente le questioni energetiche. La dipendenza dal gas russo, dice il premier, «rischia di diventare sottomissione» e un freno a mano tirato per l'interno Paese. Per questo bisogna «preparare un futuro» in cui non sia necessario bussare al Cremlino per l'energia.

La soluzione? Draghi la vede nei rapporti con gli altri Paesi, checché ne dicano i profeti della morte della globalizzazione. «La globalizzazione - fa notare il premier - la stiamo usando per andare a comprare in Africa il gas».

Quello che occorre al mondo, riflette però Draghi nel panel con Lawrance H. Summers e Silvana Tenreyro, è forse «stabilire nuove regole» in grado di favorire la «prosperità» globale.

Per riuscire a raggiungere l'obiettivo non si può fare a meno della «fondamentale presenza della Cina» e di una «riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio» ormai «attesa da tempo». L'Europa, invece, per ritrovare centralità, dovrebbe concentrarsi sulla ricerca di «soluzioni a questioni pratiche» senza voli pindarici e sogni di integrazione a 360 gradi.

Se alla Bocconi Draghi ha ragionato sul futuro dell'Occidente, la mattinata si era chiusa all'insegna delle questioni nazionali. La lotta alla mafia, innanzitutto, con un occhio ai fondi del Pnrr.

Intervenuto al convegno sul «Ruolo della finanza nella lotta alla mafia», il premier ha esortato ad evitare che la criminalità si insinui ed inquini il tessuto economico italiano.

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