Sono arrivati i black bloc a spegnere con anticipo le candeline. Il 7 maggio sarà un anno esatto dalla sua ascesa all'Eliseo. E mentre Emmanuel Macron gira il mondo e tesse relazioni internazionali (dopo gli Stati Uniti questa settimana è la volta dell'Australia e della Nuova Caledonia, territorio d'Oltremare francese) in patria i sindacati che da un mese bloccano la Francia e i black bloc, pronti a cavalcare la rabbia sociale per giustificare il loro spacca-tutto, hanno già in parte rovinato la festa del capo dello Stato. Oggi scendono in piazza i ferrovieri, dopodomani è la volta degli «indomiti», gli Insoumis di estrema sinistra guidati da Jean-Luc Mélenchon, tutti decisi a manifestare contro «le riforme illiberali» e contro «l'arroganza del presidente». Ma a presentare per primi, con qualche giorno d'anticipo, un cadeau amaro al presidente della Repubblica più giovane della storia di Francia sono stati 1.200 black bloc che hanno scelto Parigi come teatro delle loro devastazioni nel giorno della Festa del Lavoro. Auto incendiate, vetrine distrutte, assalto e saccheggio dell'ennesimo McDonald's nel 13esimo arrondissement e la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Poi ieri è arrivata la mano pesante contro le bande di «anticapitalisti» devastatori. Mentre la politica litiga sull'area di riferimento dei black bloc, mentre il rosso Melenchon li addita come «bande di estrema destra» e Marine Le Pen come «milizie di estrema sinistra», il ministero dell'Interno e la prefettura sfoderano i numeri: 109 arresti.
Criticate per non essere intervenute con efficacia sul momento e per aver chiesto invece ai manifestanti di cambiare percorso, le autorità francesi corrono ai ripari. E la differenza rispetto all'Italia è notevole. Da noi, dopo le devastazioni nel centro di Milano durante il corte anti-Expo da parte di circa 300 ragazzi incappucciati, tra caschi, maschere anti-gas e nero di ordinanza - era il 2015 - alla fine gli arresti si ridussero a circa una quindicina e le condanne a tre in tutto. Due per resistenza aggravata e una sola per devastazione e saccheggio (ma con il minimo della pena, 3 anni e otto mesi), poi caduta in appello. Al momento, in attesa del processo a 5 black bloc greci, le condanne per devastazione sono a zero.
Intanto Macron in Francia se ne infischia delle proteste e intende andare avanti, forte anche dei sondaggi, che svelano come il sostegno dell'opinione pubblica per gli scioperi stia calando: il 59% dei francesi (sondaggio Ifop) considera lo stop dei ferrovieri «ingiustificato» e il 62% spera che il governo vada fino in fondo alla riforma. Perciò il presidente proclama impassibile: «Il Primo maggio è la festa dei Lavoratori non dei casseurs», dei vandali.
E a chi lo accusa di trovarsi a 15mila chilometri di distanza, in Australia, in un momento di tensione così forte per il Paese, replica imperturbabile: «Mi vorreste a casa a guardare la tv? Ho altro da fare, continuo a lavorare, le riforme vanno avanti».
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