A lezione di schiavismo: Bristol cerca il perdono con la docente di colore

Nell'ateneo della città, che si arricchì con la tratta dei neri, la prima prof di storia della schiavitù

A lezione di schiavismo: Bristol cerca il perdono con la docente di colore

Londra. Nel 2018 è stata la prima donna nera a diventare professoressa di storia del Regno Unito, presso l'Università di Bath. Anche per questo lo stesso anno la Bbc l'ha selezionata come una delle Bbc 100 Women, le donne più influenti e fonte di ispirazione al mondo, almeno secondo l'emittente inglese. Ieri l'Università di Bristol ha comunicato che Olivette Otele diverrà, a partire dal 1 gennaio 2020, la sua prima docente di Storia della Schiavitù.

«Voglio produrre una ricerca rigorosa e dettagliata che sia rilevante per l'Università e la città - ha commentato Otele - e che rappresenti un punto di riferimento per il modo con cui la Gran Bretagna pensa e insegna la storia della schiavitù». A cui Bristol deve molte delle sue fortune passate. Città oggi di circa 500mila abitanti adagiata sulla costa ovest dell'Inghilterra, non lontano dal confine gallese, Bristol è stato uno dei più fiorenti centri inglesi e mondiali per il commercio e lo smistamento degli schiavi provenienti dall'Africa. Per circa 16 anni attorno alla metà del 1700 Bristol è stato il porto principale inglese per il traffico di uomini, superando anche Londra. Si stima che oltre 500mila schiavi africani, circa un quinto di tutti quelli trasportati dagli inglesi fino al 1807 quando la tratta fu dichiarata illegale, siano passati da Bristol. Un ruolo preminente cui la rete di musei locali ha dedicato una interessante pagina internet, colma di curiosità e falsi miti legati alla città e al suo ruolo nel commercio transatlantico di schiavi. Di uno dei cittadini di Bristol più importanti e facoltosi, il commerciante Edward Colston, si racconta che fece parte della sua fortuna commerciando in schiavi e proprio grazie a quei soldi fondò scuole e fondazioni che hanno aiutato la città a prosperare. Un benessere che, visto con gli occhi di oggi, affonda le radici in un male vergognoso. Lo sforzo della rete museale e l'iniziativa dell'università di Bristol di creare una cattedra di storia della schiavitù rappresentano il tentativo di non negare un passato oggi scomodo, cui si accompagna un senso di colpa figlio della sensibilità morale di oggi. Il prevosto e secondo vice cancelliere dell'università, la professoressa Judith Squire, si è detta orgogliosa della nomina di Otele, aggiungendo: «Come istituzione fondata nel 1909, non siamo direttamente beneficiari del commercio di schiavi ma ci rendiamo pienamente conto di aver goduto finanziariamente di soldi provenienti dal commercio di schiavi».

Otele ha studiato alla Sorbonne di Parigi dove ha conseguito un dottorato in storia. Originaria del Camerun, ha vissuto in prima persona le difficoltà per emergere attraverso cui deve passare una persona di una minoranza etnica, anche oggi, anche nel Regno Unito: «Devi lavorare più duramente, molto più duramente», ha detto alla Bbc. L'esperienza vissuta in prima persona ha forse contribuito a indirizzarla verso la specializzazione in storia coloniale francese e inglese. Un argomento che oggi non ha solo impatti scientifici ma in una società multietnica e multiculturale come quella inglese riveste anche connotati sociali: «Spero di riunire insieme le diverse comunità di Bristol, e studenti, artisti ed educatori che vogliono contribuire ad una società più forte e giusta».

Un intento che include anche il ruolo che la stessa università ha avuto nella tratta degli schiavi: un'opportunità unica per interrogarsi sulla nostra storia, ha commentato il prevosto, per esplorare il legame che noi come istituzione abbiamo con la schiavitù.

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