La lezione "scorretta" di Merz. Legittimo dire che i migranti sono pericolosi

Friedrich Merz ha scelto di affrontare di petto un tema che da anni lacera, in modo differente, tutte le società europee: l'immigrazione di massa e il suo impatto sulla sicurezza urbana e sulla coesione sociale

La lezione "scorretta" di Merz. Legittimo dire che i migranti sono pericolosi
00:00 00:00

Nell'era del politicamente corretto imperante, niente fa più rumore che dire una banalità. L'ultimo esempio, di qualche giorno fa, arriva dalla Germania. Il cancelliere Friedrich Merz ha scelto di affrontare di petto un tema che da anni lacera, in modo differente, tutte le società europee: l'immigrazione di massa e il suo impatto sulla sicurezza urbana e sulla coesione sociale. E lo ha affrontato senza giri di parole. Ha utilizzato una metafora troppo diretta? Forse sì, ma non cambia la sostanza delle cose, giudicate voi stessi la sua dichiarazione: "I migranti sono pericolosi? Chiedete alle vostre figlie". Le sue parole, come era facilmente prevedibile, hanno scatenato velocemente un putiferio ma, di fatto, fotografano una realtà che in molti Paesi dell'Europa occidentale non è più ignorabile. Le posizoni di Merz a proposito dei migranti sono note e nelle ultime settimane, in più occasioni, ha parlato di città "stravolte", di quartieri ormai percepiti come insicuri e della necessità di restituire fiducia ai cittadini: "Molti di questi (immigrati, ndr) determinano anche l'immagine pubblica delle nostre città. Per questo motivo, così tante persone in Germania e in altri Paesi dell'Unione Europea questo non vale solo per la Germania hanno paura di muoversi negli spazi pubblici". Un linguaggio diretto, che rompe con anni di narrazione edulcorata sull'integrazione e sull'accoglienza, ma che intercetta un sentimento diffuso: la crescente paura nelle metropoli europee. Un linguaggio che, ovviamente, scatena le polemiche di chi non vuole vedere intaccata l'idea che l'integrazione abbia solo dei lati positivi. Ma dietro le parole del cancelliere si nasconde un messaggio politico preciso: non è più tempo di retorica, ma di pragmatismo.

Merz chiede rimpatri, maggiore controllo, una cooperazione europea più solida ma anche responsabilità nazionale. La risposta del cancelliere è secca, quasi brutale, ma tocca un nervo scoperto dell'Europa contemporanea: la sicurezza delle donne negli spazi pubblici. Il sito Stern.de ha raccolto le testimonianze di ragazze tedesche di diverse età che hanno parlato delle loro paure. C'è chi ha ricordato episodi nelle scuole, dove si invitavano le studentesse a vestirsi in modo "più rispettoso" per non offendere la sensibilità dei rifugiati. Ma, soprattutto, molte intervistate hanno letto come un gesto liberatorio le dichiarazioni di Merz: "Sono sollevata che il cancelliere mi tolga le parole di bocca che io stessa non oserei dire", ha commentato una donna di 32 anni. E il ricordo delle centinaia di violenze in piazza a Colonia l'ultimo dell'anno del 2015 è ancora vivo in tutti i cittadini tedeschi. La Germania, come l'Italia e gran parte dell'Europa, si trova davanti a un bivio.

Continuare a negare i problemi per paura di essere fraintesi o affrontarli apertamente, rischiando di dividere. Merz ha scelto la seconda strada. Potrà piacere o meno, ma in tempi di crisi della fiducia e insicurezza diffusa, dire cose scontate è un atto di coraggio.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica