Libia, scontro Salvini-Ue

Il ministro dell'Interno: "Riconoscere Libia porto sicuro". Ma Bruxelles si mette di traverso. E Salvini: "Si cambi o ci muoveremo da soli"

Libia, scontro Salvini-Ue

Scontro a distanza tra Matteo Salvini e la Commissione europea. Tema del contendere è la Libia. Il ministro dell'Interno, nel corso di una conferenza stampa nella sede dell'agenzia Itar-Tass a Mosca, ha ribadito: "Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici porti sicuri, c'è questa ipocrisia di fondo in Europa, in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le moto vedette e si addestra la Guardia costiera, ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro, questo bipolarismo europeo che va superato".

Ma dalla Ue la risposta non si è fatta attendere. "Nessuna operazione europea e nessuna imbarcazione europea riporta i migranti salvati in mare in Libia, perché non consideriamo che sia un paese sicuro", ha replicato la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud.

In merito alla ripartizione dei migranti sbarcati a Pozzallo, il portavoce dell'esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ha affermato: "L'Italia ha ragione a chiedere cooperazione regionale sugli sbarchi, ma la Commissione crede che soluzioni ad hoc come quella della ripartizione dei migranti sbarcati oggi a Pozzallo non possono essere sostenibili nel lungo periodo".

Una presa di posizione è arrivata anche da Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza: "La decisione rispetto al fatto che i porti libici non siano porti sicuri - ha detto - è una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, quindi è una valutazione puramente giuridica sulla quale non c'è decisione politica da prendere, ma è nelle mani di una corte indipendente".

Salvini poi ha replicato alla Ue: "L'Unione Europea vuole continuare ad agevolare lo sporco lavoro degli scafisti? Non lo farà in mio nome, o si cambia o saremo costretti a muoverci da soli".

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