Milano L'agiografia di un terrorista scritta da altri terroristi, e presentata con tutti gli onori nei locali di un Comune dell'hinterland milanese: il giorno dopo l'anniversario dell'ammazzamento, in quello stesso comune, di un brigadiere della Stradale da parte dei terroristi rossi. Ce n'è a sufficienza, come si può immaginare, perché qualcuno si indigni. E l'indignazione arriva fino al Viminale, dove il ministro Matteo Salvini dichiara «incredibile e vergognoso» che l'idea possa venire messa in pratica. Tanto che poi, nella serata di ieri, arriva l'annuncio di Antonio Iosa, anche lui vittima delle Br: «L'intervento della Prefettura di Milano ha portato all'annullamento del vergognoso evento».
Decisione e relative polemiche si verificano a Settimo Milanese, periferia Ovest di Milano, uno dei pochi centri dell'hinterland ancora amministrati dalla sinistra. A maggio si vota, la sindaca pd Sara Santagostino chiede un secondo mandato, le opposizioni vogliono scalzarla: ora nella campagna elettorale fa irruzione il caso del libro pro-Br. Tutto nasce quando la Biblioteca comunale annuncia per il 23 febbraio la presentazione di Zarè, dedicato alla storia di Walter Pezzoli, militante delle Brigate Rosse, ucciso dai carabinieri in un conflitto a fuoco l'11 dicembre 1980 mentre era con Roberto Serafini, uno dei capi brigatisti in testa all'elenco dei latitanti, caduto anche lui sotto i colpi dei carabinieri. Una biografia che non finge neanche di essere storicamente obiettiva. D'altronde è pubblicata da Sensibili alle foglie, casa editrice fondata da Renato Curcio; e tra i curatori c'è Vittorio Alfieri, già capo della colonna delle Br all'Alfa Romeo. A fugare eventuali dubbi basta la scheda della casa editrice: «In quest'angolo di mondo, trasformato, in pochi anni, da fertile campagna a inenarrabile concentrato di veleni, Walter e i suoi amici e compagni diventarono grandi nel tempo in cui il desiderio che un altro mondo fosse possibile cresceva ovunque, nelle coscienze, inarrestabile e senza limite alcuno».
Dice Ruggero Delvecchio, consigliere comunale di Fi: «Nessuno ci aveva avvisato, quando abbiamo visto la locandina ne abbiamo chiesto conto alla giunta e ci hanno detto: non c'è
niente di strano, è un ragazzo ucciso dai carabinieri». Ma la protesta era montata, anche perché il 22 febbraio è l'anniversario della morte del brigadiere Lino Ghedini, ucciso a Settimo dai Gap di Giangiacomo Feltrinelli.LF
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