L'idea di una carta per suggellare il patto di ferro

L'idea di una carta per suggellare il patto di ferro

Roma - Programmi, composizione della delegazione, candidato premier. I leader del centrodestra tornano a incontrarsi oggi ad Arcore, per la prima volta dopo l'elezione dei presidenti delle Camere per preparare il nuovo incontro con Sergio Mattarella che questa volta si svolgerà non con le singole sigle ma come centrodestra unito.

Un messaggio importante spedito a Luigi Di Maio che soltanto giovedì scorso aveva tentato di spaccare il fronte, dichiarando di «non riconoscere» il centrodestra come coalizione». Da quel momento in poi Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno intensificato i contatti telefonici, hanno chiuso l'accordo per andare uniti al Quirinale e si apprestano a dare un'immagine plastica di unità, incontrandosi oltretutto proprio nella residenza del presidente di Forza Italia.

Il vertice di oggi potrebbe produrre addirittura qualcosa di più: una sorta di patto di ferro in cui mettere per iscritto che non esiste alcune possibilità di dividere il centrodestra. Un'idea su cui stanno lavorando tanto Forza Italia quanto Fratelli d'Italia. Salvini è pronto a ribadire che il suo veto rispetto a qualsiasi alleanza di governo con il Pd non è negoziabile. Il leader della Lega, in questa situazione, non vuole creare le condizioni per mandare i Cinquestelle all'opposizione, quindi la sua indicazione è: o governo con Luigi Di Maio oppure si torna al voto.

Le opzioni in campo a questo punto sono due. La prima è quella più naturale che prevede l'incarico a Matteo Salvini, in quanto leader indicato da tutto il centrodestra sulla base di un programma scritto insieme ai Cinquestelle, con i ministri assegnati in proporzione alle percentuali ottenute dalle singole forze alle ultime elezioni. La seconda ipotesi è quella di un candidato terzo di centrodestra, condiviso da Salvini e Di Maio con questi ultimi che potrebbero entrambi ottenere il ruolo di vicepremier. Una soluzione che eviterebbe il ricorso al governo del presidente, decisamente inviso al Carroccio.

Tutto questo implica il superamento di qualsiasi veto da parte dei Cinque stelle su Forza Italia. E lo stesso dovrà fare Forza Italia. Una disponibilità di massima in questo senso c'è, come fa capire anche Antonio Tajani. «Vedremo se sulle cose da fare ci possono essere convergenze con altre aggregazioni. Non è questione di formule. Ai cittadini non interessa questo, ma la risoluzione dei problemi. Noi abbiamo presentato un programma per creare lavoro, rafforzare la sicurezza, combattere l'immigrazione illegale, ridurre le tasse. Chi vuole aggregarsi, può tranquillamente farlo. Il dialogo è aperto».

E anche Mariastella Gelmini, ospite di Maria Latella a «L'Intervista», alla domanda della giornalista che le chiede se bisogna tenere in considerazione anche il 32% ottenuto dal M5S, risponde: «Certamente, noi non abbiamo assolutamente posto veti o preclusioni perché abbiamo rispetto degli italiani che purtroppo per noi hanno votato per il M5s ma non ci sono elettori di serie A ed elettori di serie B».

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