Leggi il settimanale

Ligresti jr assoluzione bis, Consob condannata

Il figlio dell'Ingegnere riconosciuto innocente a Milano. Ancora alla sbarra le sorelle a Torino

Ligresti jr assoluzione bis, Consob condannata

Milano - Nella sgangherata gestione giudiziaria del «caso Ligresti» arriva finalmente un punto fermo: la Corte d'appello di Milano stabilisce che non furono né falsi in bilancio né bugie ai mercati finanziari a segnare gli ultimi anni di vita dell'impero di Salvatore Ligresti, l'imprenditore siciliano morto nel maggio scorso. L'unico figlio maschio dell'Ingegnere, Paolo, viene assolto con formula piena anche in secondo grado: «il fatto non sussiste», dice la sentenza pronunciata ieri dalla Corte presieduta dal giudice Guido Piffer. Peccato che per lo stesso identico reato le due sorelle di Paolo, Giulia e Jonella, siano state sbattute a lungo in galera dalla Procura di Torino, e sempre a Torino siano state pesantemente condannate: due anni e mezzo a Giulia, costretta a patteggiare per uscire di cella, e addirittura cinque anni e otto mesi per Jonella. Il processo d'appello torinese è in corso: e sarà interessante vedere come si caveranno d'impiccio i giudici del capoluogo piemontese.

Al centro del processo, il tema ipertecnico della valutazione della riserva sinistri di Fondiaria-Sai, la compagnia assicuratrice del gruppo Ligresti. Paolo, che cinque anni fa era scampato alle manette dei giudici torinesi solo in quanto cittadino svizzero, era poi riuscito a fare spostare la competenza territoriale del suo troncone a Milano: e qui il suo legale Davide Sangiorgio è riuscito a farlo assolvere sia in primo che in secondo grado. In appello, persino la Procura generale aveva concluso per l'innocenza di Ligresti junior: per il pg Celestina Gravina nei conteggi della riserva sinistri vi fu una condotta «imprudente che ridonda sui soci e sugli azionisti di riferimento», ma «non costituisce reato».

La Corte d'appello ieri sposa in pieno la tesi comune di difesa e di accusa: assolve Paolo Ligresi e due coimputati, Fulvio Gismondi e Pier Giorgio Bedogni, e si spinge anche più in là, condannando le parti civili, tra cui la Consob, a pagare le spese di

giudizio. Una verità opposta e inconciliabile con quella dei giudici torinesi secondo cui i bilanci erano stati truccati per garantire ai Ligresti «il mantenimento degli esorbitanti benefici economici sino ad allora goduti».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica