La visita è cominciata normalmente, come mille altre. Ma dopo poco il paziente si è alzato e lo ha massacrato di botte. L'immunologo Francesco Le Foche, 66 anni, è ricoverato, in prognosi riservata, al policlinico Umberto I di Roma, lo stesso dove dirige il reparto di Infettivologia.
Il medico, noto al grande pubblico per aver preso parte a numerose trasmissioni televisive durante il periodo nero del Covid, non è in pericolo di vita ma le sue condizioni sono gravi: riporta un trauma cranico facciale, fratture al volto, in particolare delle ossa nasali e dell'orbita oculare sinistra. Si stanno prendendo cura di lui i colleghi del reparto di chirurgia maxillofacciale.
A colpirlo è stato un pregiudicato di 35 anni che era entrato nel suo studio medico in via Po, quartiere Salario, per un consulto.
All'improvviso, secondo la ricostruzione della polizia, l'uomo è andato in escandescenza (pare per una diagnosi non condivisa) e ha aggredito il medico, colpendolo ripetutamente al volto. La segretaria e alcuni pazienti che erano in sala d'attesa hanno subito chiamato il 112, sul posto sono accorse numerose volanti della polizia: gli agenti hanno bloccato l'uomo, Renato M., che è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio.
Il paziente - o presunto tale - ora si trova al Regina Coeli. La sua ira sembra nata da una polemica sulla terapia ricevuta per un'infezione alla colonna, giudicata inefficace. Inizialmente gli inquirenti non hanno nemmeno escluso la pista no vax, pensando a una sorta di rivendicazione contro le posizioni di Le Foche. L'immunologo infatti, in tutte le sue apparizioni in tv, è stato tra i più convinti pro vaccinisti ma ha sempre cercato di evitare polemiche e battaglie. Ha piuttosto scelto un linguaggio pacato e «ottimista», raccontando gli aspetti positivi della campagna vaccinale e motivando scientificamente quell'«andrà tutto bene» che la gente scriveva sui lenzuoli appesi ai balconi. Ovviamente, nei mesi clou della sperimentazione dei vaccini, anche Le Foche, come molti suoi colleghi, è entrato nel mirino dei movimenti negazionisti. Nonostante questo, non ha mai abbandonato i toni garbati e si è sempre appellato ai dati della medicina per rispondere alle provocazioni. Il sospetto della matrice no vax dietro all'aggressione è legittimo, visto il livore che il movimento anti scienza prova tuttora. Ieri sui social l'aggressione a Le Foche è diventata motivo di esultanza da parte degli anti vaccinisti: «Dio c'è» ha scritto qualche fomentatore d'odio. Proprio ieri i negazionisti hanno cercato di boicottare la presentazione del libro scritto da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, e intitolato «Pinocchi in camice». Sul caso interviene anche l'Ordine dei medici di Roma, che da tempo cerca di sensibilizzare sul problema della poca sicurezza dei dottori. «Siamo di fronte ad un gesto folle - spiega il presidente Antonio Magi - Un problema che si ripete in maniera drammatica a Roma. I cittadini ormai sfogano contro gli operatori le inefficienze del Servizio sanitario nazionale.
C'è anche una mancanza di fiducia rispetto al singolo professionista, creata non si sa su quali basi e riflessioni: come fa un paziente a dire che un collega ha sbagliato la diagnosi? Dobbiamo dire basta alla violenza sui professionisti sanitari».
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