Linea dura di Hollande, piazza scatenata

Decina di migliaia manifestano contro il «Jobs Act» voluto dal presidente

Parigi Scontri e arresti in piazza per la riforma del lavoro, un jobs act francese su cui il presidente François Hollande è deciso a non tornare indietro. Nel centro di Parigi la polizia ha lanciato gas lacrimogeni e ha fermato almeno 49 dimostranti in una giornata di guerriglia durante una nuova manifestazione di protesta organizzata da sindacati e studenti legati alle organizzazioni di sinistra.

Hollande ha avvertito che la sua battaglia contro la disoccupazione non è ancora vinta e che non rinuncerà alla riforma, anche a scapito della sua popolarità (peraltro già a livelli da primato negativo: attualmente è stimata attorno a un desolante 16 per cento dei francesi). «Non torno indietro, non cederò, perché molti governi hanno già ceduto - ha detto il presidente in una intervista alla radio Europe 1 -. Preferisco che la gente abbia una immagine di un presidente che ha fatto riforme, piuttosto che di uno che non ha fatto niente», ha avvertito. «La legge è stata discussa, emendata, corretta e quindi passerà», ha assicurato.

Intanto però l'opposizione dei sindacati e dei gruppi studenteschi non dà tregua e non disdegna la violenza. A Parigi giovani mascherati, si sono confusi tra i manifestanti per creare disordine. In piazza c'erano 12.000 persone secondo la polizia, addirittura 55.000 per i sindacati. Scontri tra polizia e manifestanti e strade bloccate anche a Nantes e a Rennes. «Siamo stati ignorati, quindi ci impegneremo ancora di più per farci sentire», ha assicurato Philippe Martinez, il segretario della Cgt, la prima confederazione sindacale del Paese di fatto equivalente alla Cgil italiana.

In realtà, la riforma contro cui tanto si protesta è già stata ampiamente ammorbidita da Hollande proprio in conseguenza delle precedenti proteste (marzo scorso) della piazza di sinistra, che il suo governo dovrebbe in teoria rappresentare almeno in parte. Le 35 ore, ad esempio, non verranno abolite tout-court, come era stato annunciato, ma sarà concesso alle aziende di fissare una settimana lavorativa fino a 48 ore o turni di lavoro di 12 ore. Proprio l'aumento del peso della contrattazione di secondo livello a scapito della contrattazione nazionale è il cuore della riforma.

A differenza di quanto prevedeva il testo originale, la flessibilità nella determinazione dell'orario potrà essere stabilita unilateralmente solo dalle grandi imprese. Le nuove regole non toccheranno quelle piccole e medie, che avranno inoltre meno spazio di manovra per i licenziamenti economici, sebbene aumentino le fattispecie che li giustificano.

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