L'Intifada torna in piazza. Tafferugli a Roma, paura per i cortei di oggi

Sono gli stessi organizzatori a rivendicare le intenzioni non proprio pacifiche delle tante manifestazioni pro-Hamas in programma oggi in tutta Italia

L'Intifada torna in piazza. Tafferugli a Roma, paura per i cortei di oggi
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Sono gli stessi organizzatori a rivendicare le intenzioni non proprio pacifiche delle tante manifestazioni pro-Hamas in programma oggi in tutta Italia. Per cominciare ecco qualche slogan. Molto gettonato «Intifada fino alla vittoria». Oppure «Con la resistenza fino alla Vittoria». E ancora: «L'ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace». Non esattamente dei messaggi distensivi, volti al dialogo. E non è eccessivo definire questi cortei come di sostegno alle ragioni dei terroristi di Hamas. Infatti la chiamata all'Intifada in Italia coincide con l'appello lanciato negli scorsi giorni da uno dei leader dell'organizzazione islamista palestinese, Khaled Meshal, che in un video ha definito la giornata di ieri come lo «Jihad Day». «Dichiariamo il 13 ottobre il venerdì dell'alluvione di Al Aqsa», ha detto Meshal, chiamando a raccolta contro Israele gli arabi e non solo. Un «venerdì della Rabbia», in cui si sono visti i primi cortei anche in Italia. Seguiti da altre manifestazioni in programma per oggi da Nord a Sud. Hamas chiama, un pezzo del mondo palestinese e di sinistra risponde.

Nel primo pomeriggio si registrano i primi disordini. Protagonisti i 300 studenti partiti dall'Università La Sapienza di Roma per uno dei tanti cortei pro-Hamas. Appena partiti dall'Università, gli studenti di sinistra cercano di deviare il percorso del corteo per raggiungere il congresso delle destre giovanili che si sta tenendo poco lontano. I manifestanti forzano un blocco delle forze dell'ordine e si scontrano con i reparti della Polizia. Tra fumogeni rossi e petardi, dopo i tafferugli il corteo prosegue verso Piazza Vittorio, dove è in programma uno dei tanti presidi, di fatto, a sostegno di Hamas. Un sit-in a cui aderiscono i sindacalisti di base dell'Usb, i collettivi Osa e Cambiare Rotta, la Rete dei Comunisti, Potere al Popolo e la Comunità Palestinese d'Italia. Con loro il movimento Bds Italia, che sta per Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni. Bds promuove una campagna globale per il boicottaggio di Israele ed è stato bollato come un'organizzazione «antisemita» in alcuni Paesi, tra cui Usa, Germania e Spagna. Ieri manifestazioni pro-Hamas anche a Pesaro, Bergamo, Reggio Emilia e Napoli. A Milano invece davanti alla Stazione Centrale si sono riunite la Cgil, Emergency, Arci, Alleanza Verdi e Sinistra e il Pd in un corteo genericamente pacifista.

A Roma sfilano in corteo bandiere palestinesi, con la falce e martello e loghi con la cartina della Palestina senza alcun riferimento alla presenza di Israele, che evidentemente i manifestanti vorrebbero cancellare dalla mappa. «Questo non è un conflitto, è apartheid, pulizia etnica e genocidio», è uno degli slogan della manifestazione della Capitale. E poi le minacce: «Non ci sarà pace finché non avremo la libertà». Resta alto l'allarme per l'ordine pubblico e per possibili manifestazioni antisemite e infiltrati violenti anche per la giornata di oggi. Un sabato di Intifada. Con presidi ad alto rischio a Milano, Firenze, Pisa, Bari e in altre città italiane. E pazienza se solo una settimana fa i terroristi di Hamas massacravano donne, anziani e bambini e se ieri a Parigi un professore è stato ucciso da un terrorista islamico al grido di Allah Akbar. Dimenticati anche i 130 civili israeliani tenuti in ostaggio a Gaza. La Comunità ebraica italiana teme atti violenti.

Va in questo senso l'appello agli imam in Italia da parte di Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica: «Propongo agli imam di predicare nelle loro moschee pace e amicizia verso la comunità ebraica. È importante che si senta chiaro e forte un appello da parte loro a non toccare gli ebrei».

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