L'invidia e la catena del successo

L'invidia è una molla che ci avvisa quando non siamo contenti di quello che abbiamo e dovrebbe farci interrogare su qual è il senso della nostra vita e su quali sono i nostri veri desideri

L'invidia e la catena del successo
00:00 00:00

Davvero l'Italia, come molti dicono, è un Paese di persone emotive che mettono al centro i sentimenti e le emozioni? Qualcuno dice che abbiamo caratteri molto più espansivi rispetto ai Paesi del nord e che i nostri giovani siano molto creativi. Ma spesso si sente dire che un grosso problema dell'Italia sia l'invidia.

L'invidia è una scocciatura antica ed è anche un po' il motivo per cui, come dicevano gli antichi, nessuno è profeta in patria. Perché forse proprio nei posti in cui siamo nati e ci conoscono tutti che sembriamo più insopportabili. Perché qualunque successo tu raggiunga sarà molto più inaccettabile da chi ti conosce bene perché è partito nella tua stessa condizione.

Si invidiano le vittorie nelle gare di bocce e nei tornei di scopone scientifico, figurarsi il successo quello vero. Chi ha un qualche successo, piccolo o grande che sia, si inoltra in un altro paese. Una città di uomini che lottano per salvaguardare il rapporto con le loro origini e di altri che ne fuggono perché con queste non riescono più ad avere un confronto.

Un tema terribile perché il successo è una scala dove, mentre si sale, si incontrano le stesse persone che si incontreranno poi scendendo. E il segreto è sentirsi a casa in ogni gradino.

In un mondo così complicato il successo è difficile da capire ma è un po' come imparare ad accettare che il caso non funziona così per caso. È un foglio bianco dove possiamo scrivere quello che desideriamo e poi avere il coraggio di farlo accadere.

L'invidia è una molla che ci avvisa quando non siamo contenti di quello che abbiamo e dovrebbe farci interrogare su qual è il senso della nostra vita e su quali sono i nostri veri desideri. E, una volta compresi, non ci sono più scuse. È la prova che dentro di noi c'è una volontà in grado di indicarci gli obiettivi da sfidare. Una volontà lasciata da parte e trascurata nelle mille incombenze superflue di una vita vissuta di corsa senza farsi più le domande essenziali. Che sentiero stiamo percorrendo? A che punto siamo? Chi ha deciso il nostro cammino? Perché, anche se noi non percorriamo la nostra vera strada, questa non smetterà mai di esistere. Rimarrà sempre lì pronta ad essere imboccata fino all'ultimo giorno della nostra vita. Tutto sta poi a capirla, percorrerla, costruire progetti e poi metterli in pratica, cose che costano tanta fatica ma che ci fanno aprire un'altra parentesi sull'invidia.

Nessuno ci invidia le notti passate a studiare, i doppi lavori, le poche ore di sonno, le sudate e l'ansia di chi deve tenere in piedi tutto insieme senza poter far conto su nessuno. L'invidia, purtroppo, è selettiva: preferisce le coppe alle ferite, le medaglie ai sacrifici.

Ma un successo senza fatica è una scala dalla quale prima o poi si scende senza più sapere dove mettere i piedi e dove siano i gradini. E forse, se un giorno imparassimo a invidiare tutta questa fatica potremmo nuovamente ritornare una nazione di campioni.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica