L'ira degli amici di Alessandra: «Lui era un mostro»

MilanoFrancesco e Michele arrivano in via Ponzio 1, davanti all'obitorio civico, poco dopo le 15 di ieri. Frementi di rabbia e con gli occhi rossi e gonfi coperti a malapena dagli occhialoni neri. In una mano un mazzo di fiori, nell'altra una copia umida e spiegazzata di «la Repubblica», il quotidiano che ha riportato integralmente la lettera scritta dal ventenne Pietro Maxymilian Di Paola - conosciuto da tutti come Dipa -, prima di gettarsi nel vuoto dall'ottavo piano del suo appartamento in zona Affori trascinando con sé l'ex fidanzata di 19 anni, Alessandra Pelizzi. «Colpevole», secondo il ragazzo, di aver troncato la loro relazione sentimentale qualche settimana prima. Forse perché per quel ragazzo adottato (era di origine brasiliana) e bizzarro (otto mesi fa aveva già tentato il suicidio) provava ormai solo affetto. «Un mostro: aveva progettato tutto nei minimi dettagli, con una cattiveria che non si riesce a descrivere perché è difficile anche solo immaginarla - sbotta Gianandrea, un altro compagno di liceo di Alessandra, con un sibilo -. Avete letto quando scrive “un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza”? È agghiacciante. Cos'ha di diverso in fondo il Dipa da quegli stalker che finiscono per ammazzare la moglie che li ha lasciati o la fidanzata che se n'è andata? Niente. Anzi è peggio. Perché lui era un ragazzo con la vita davanti, non un vecchio senza speranza, senza futuro. E poi non poteva decidere per l'Ale, non poteva, no».

Francesco e Michele stringono le margherite fucsia per Alessandra e non riescono a farsi una ragione per quello che potrebbe aver passato la ragazza negli ultimi momenti trascorsi insieme al suo carnefice. «Chissà come l'ha ridotta quel pazzo - scuote la testa Francesco -. Ha scritto anche: “ho sfogato 7 anni di dolore in 45 minuti di terrorismo psicologico. (...) Le ho fatto provare il terrore di perdere tutto, amici, famiglia e futuro...” Povera Ale! Nessuno deve andare ai funerali di quel ragazzo: non ha avuto pietà, ha deciso per lei e non ne aveva il diritto...Scriva, scriva che nessuno deve andare ai funerali del Dipa. Noi lo conoscevamo poco ma ci ha portato via la nostra amica, una ragazza meravigliosa, ce l'ha strappata».

Stamattina alle 8, proprio all'obitorio di via Ponzio, un famigliare riconoscerà il cadavere di quella ragazza meravigliosa prima che inizi l'autopsia. I genitori di Pietro «Dipa» intanto, stanno pensando di celebrare una funzione privata proprio per evitare la rabbia degli amici della vittima.

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