New York Tensione alle stelle tra Stati Uniti e Iran. Ieri Teheran, come annunciato dai pasdaran e confermato dagli Usa, ha abbattuto un drone americano con un missile terra-aria, atto che porta i due paesi a un passo dallo scontro. La questione cruciale è se il drone abbia o meno violato lo spazio aereo della Repubblica Islamica. Le Guardie della rivoluzione affermano che è stato abbattuto nel territorio aereo del distretto di Kouhmobarak, nella provincia meridionale iraniana di Hormuzgan. Washington, invece, sostiene che si trovava nello spazio aereo internazionale sopra lo stretto di Hormuz. «L'Iran ha commesso un errore enorme», ha commentato il presidente Donald Trump. «Ho la netta sensazione che qualcuno ottuso e stupido abbia compiuto uno sbaglio - ha aggiunto, parlando alla Casa Bianca - è difficile credere che sia stato intenzionale». E a chi gli ha chiesto della possibilità di un raid, ha risposto: «Lo scoprirete presto».
Il tycoon ha visto il segretario di Stato Mike Pompeo, il segretario alla Difesa pro-tempore Patrick Shanahan e il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton per ricevere aggiornamenti. Intanto il generale Joseph Guastella, comandante dell'Us Air Forces Command, ha affermato che l'abbattimento del drone Usa è stato un «attacco immotivato», non provocato da alcuna azione americana. Ha definito «falsa» la spiegazione di Teheran secondo cui il velivolo senza pilota - un RQ-4 Global Hawk secondo il Comando centrale statunitense nella regione (Centcom) - stava sorvolando illegalmente il territorio iraniano, precisando che è stato colpito da un missile terra-aria mentre volava nello spazio aereo internazionale. La speaker della Camera Nancy Pelosi, da parte sua, ha avvertito che «la situazione è pericolosa»: «Nel nostro paese non c'è desiderio di andare in guerra, e un errore di calcolo» sia da parte degli Stati Uniti sia da parte dell'Iran «sarebbe molto negativo».
Il comandante delle Guardie della rivoluzione islamica, generale Hossein Salami, in un discorso trasmesso in diretta tv ha spiegato invece che l'abbattimento del velivolo senza pilota nel sud dell'Iran manda un «chiaro messaggio» all'America e prova che Teheran, «anche se non intende fare la guerra a nessuno, è pronta alla guerra». «I nostri confini sono la nostra linea rossa», ha aggiunto il capo dei pasdaran: l'Iran «risponderà a ogni aggressione straniera e la nostra reazione è, e sarà sempre, categorica e assoluta». Mentre il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha scritto su Twitter: «Mostreremo che gli Stati Uniti stanno mentendo». «Gli Usa compiono terrorismo economico contro di noi - ha detto - hanno condotto azioni sotto copertura e ora invadono il nostro territorio. Non cerchiamo la guerra, ma di difendere con zelo i nostri cieli, la nostra terra e le nostre acque». Anche il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto, affermando che un'eventuale guerra fra Usa e Iran sarebbe «una catastrofe».
Nel frattempo un braccio di ferro si è aperto tra il Congresso Usa e il presidente.
Dopo che il governo britannico ha sospeso la licenza per la vendita di armi all'Arabia saudita, il Senato americano ha bloccato la vendita di armi a Riad, autorizzata da Trump, in un segno di aperta sfida alle politiche del presidente. Il presidente certamente porrà il veto.
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