L'Iran condanna un tedesco e premia l'"anti Rushdie"

Donati mille metri di terreno coltivabile al 24enne che lo scorso agosto ha accoltellato lo scrittore

L'Iran condanna un tedesco e premia l'"anti Rushdie"

Al regime iraniano al potere dal 1979 si può muovere una montagna di critiche. Eppure, agli ayatollah va riconosciuta la coerenza. Dall'occupazione dell'ambasciata degli Usa a Teheran, al fomentare il terrorismo su scala internazionale, alle fatwe contro i propri nemici fino ai concorsi per premiare la vignetta più ferocemente anti-israeliana, i seguaci di Ruhollah Khomeini e del suo successore Ali Khamenei hanno sempre usato una sfrontatezza sconosciuta ad altri «stati-canaglia» nei loro scontri con il resto del mondo.

Di queste ore è la notizia che il governo della Repubblica islamica donerà 1000 metri quadrati di terreno coltivabile a Hadi Matar, il 24enne americano di origine libanese che lo scorso agosto ha accoltellato lo scrittore Salman Rushdie durante un evento culturale a Chautauqua, nello stato di New York. Lo ha fatto sapere Mohammad Ismail Zarei, funzionario competente per la fatwa lanciata nel 1989 da Khomeini. Fu l'allora Guida suprema a invocare la morte violenta dello scrittore britannico «colpevole» di aver scritto «I versi satanici», libro ritenuto sacrilego. La fatwa è stata condannata come incivile e violenta dalla comunità internazionale e dal giorno in cui è stata pronunciata Rushdie ha vissuto sotto protezione delle autorità britanniche. Sul tema Teheran non modifica la rotta di un grado ma rilancia: «Ringraziamo sinceramente il giovane americano per la sua azione che mirava a portare a termine la storica fatwa dell'imam Khomeini», ha dichiarato Zarei, come riferito dal londinese Iran International. «Nonostante Rushdie sia nulla più che un morto che cammina, per onorare il suo atto coraggioso, l'accoltellatore, o il suo rappresentante legale, sarà premiato con 1000 metri quadrati di terreno agricolo fertile e coltivabile durante una cerimonia speciale». Nell'attacco subito lo scorso 22 agosto, lo scrittore nato a Bombay nel 1947 ha perso l'uso di un occhio e di una mano. Da Teheran intanto è arrivata la notizia di una nuova condanna a morte contro un cittadino tedesco-iraniano. Alla morte per impiccagione è stato condannato il 67enne Jamshid Sharmad. Giornalista ed esperto di software nato nella capitale dell'Iran nel 1955, Sharmad si è trasferito ad Hannover, in Germania, con la famiglia quando aveva sette anni per diventare cittadino tedesco nel 1995. Residente negli Usa, Sharmad è stato rapito dagli iraniani nel 2020 mentre si trovava a Dubai, in un'altra azione condotta in spregio alle regole internazionali. Il regime degli ayatollah lo ritiene responsabile di un attacco terroristico contro una moschea di Shiraz nel 2008 in cui persero la vita 14 persone e altre 215 rimasero ferite. Di lui si sa invece che nel 2007 aveva fornito assistenza tecnica al sito di Tondar, un gruppo di monarchici iraniani che punta al ritorno della monarchia in Persia. A gennaio il capo del partito moderato tedesco Cdu, Friedrich Merz, aveva deciso di «sponsorizzare» la causa di Sharmad affermando: «Il mondo sta osservando ciò che sta accadendo in Iran». Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha dichiarato che all'uomo non è stato concesso un processo equo e che la sentenza è «assolutamente inaccettabile», e la pena di morte «crudele, inumana e degradante».

A gennaio gli ayatollah avevano messo a morte un cittadino britannico-iraniano, un ex viceministro, con l'accusa di corruzione. Nel passato recente la figlia del Sharmad, Gazelle, si era rivolta al cancelliere Olaf Schol e alla ministra Baerbock affermando: «Possibile che mio padre venga torturato da tre anni e voi non diciate niente?».

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