L'islam provoca «Provate il velo Vi sta così bene...»

Davanti al Duomo di Lodi i giovani musulmani lo propongono alle donne. E si scatena la protesta

A vrebbe dovuto essere un week end all'insegna della cultura ritrovata, della tradizione, delle istituzioni italiane, almeno così era nelle intenzioni del rappresentante del Governo nel capoluogo di Provincia, il prefetto Antonio Corona, culmine la giornata del 2 Giugno con la Festa della Repubblica. E invece ieri, a Lodi, nella centralissima piazza del Duomo, piazza della Vittoria, a due passi dalle Cattedrale e anche negli orari delle solenni funzioni domenicali, è arrivato un gazebo. Uno stand con tutte le autorizzazioni del comune di Lodi. Che in quattro e quattr'otto ha messo in esposizione veli islamici e kit per tatuaggi all'hennè, all'insegna della più radicata tradizione musulmana. Il tutto curato dai giovani islamici, così come si è definito un nutrito gruppo di under 30. E non semplicemente in mostra. Ma, per avvicinare i cittadini allla cultura islamica, anche in prova. Così alle donne e alle ragazze del posto è stato chiesto di provare il velo, in venti versioni differenti. Ora di sera qualche decina di donne l'hanno provato. Qualcuna anche il tatuaggio. E la polemica si è scatenata violentissima. Il già presidente del consiglio provinciale di Lodi e rappresentante di Forza Italia da sempre Massimo Codari tuona: «In Italia siamo troppo buoni, nel senso che alla fine dei conti chi ci accusa di essere razzisti non tiene conto di queste cose. Lasciamo fare a tutti quello che vogliono e ogni tanto qualcuno abusa di questo. Non credo sarebbe successa la stessa cosa al contrario senza qualche tipo di reazione anche pesante. Sono convinto che si debba riflettere proprio su questo». A far eco ai rappresentanti di Forza Italia anche la Lega Nord: «Il vero progetto di islamizzare la nostra società trova oggi la sua più eloquente manifestazione - ha detto a gran voce Pietro Foroni, consigliere regionale leghista -. Davanti alla Curia di Lodi, in piazza del Duomo, nel corso delle funzioni religiose domenicali giovani islamici hanno organizzato un gazebo che esalta il simbolo della sudditanza delle donne alla libertà, il velo islamico, chiedendo alle donne lodigiane di provarlo. Una chiara provocazione che suona come una sfida alle nostre tradizioni cristiane e cattoliche. Il sindaco Uggetti e Pd autorizzando questa manifestazione si sono di fatto resi complici di tutto questo che solo loro chiamano integrazione ma che altro non è che un'invasione autorizzata. La misura è colma e difronte a queste provocazioni non ci arrendiamo e non ci arrenderemo mai».

Senza mezzi termini anche Riccardo De Corato, vice presidente del Consiglio comunale di Milano e Capogruppo di Fdi-An in Regione che che preannuncia tanto di atto ufficiale prossimo: «Presenterò nei prossimi giorni - dice - una interrogazione in Regione, al presidente e agli assessori competenti, per capire come sia stata organizzata e con quali permessi l'iniziativa dei Giovani Musulmani a Lodi, per tutta la giornata, per lo più provocatoriamente davanti al Duomo. Materiale promozionale distribuito e prova del velo islamico per le donne. Oltre alla somministrazione di cibo al pubblico. Con quali permessi? Sono state rispettate le norme igieniche a sanitarie alle quali bisogna sottostare quando si tratta di alimentazione? E i vari comitati per le pari opportunità cos'hanno da dire? Il materiale distribuito inoltre avrebbe dovuto essere vagliato e verificato».

Intanto, mentre la notizia rimbalzava su media e organi di stampa, il prete che ha celebrato Messa alle 16.30 nel santuario di Re, in Valle Vigezzo, ha esortato dall'altare: «Attenzione quando i musulmani dicono che tutti adoriamo un solo Dio. Noi abbiamo il battesimo, e lo Spirito Santo in noi ogni giorno. Una delle malattie più grandi oggi è la confusione».

di Flavia Mazza Catena

da Lodi

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