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Liste fantasma e fronde interne: il M5S rischia di schiantarsi

Parte in salita l'avventura grillina di Giuseppe Conte: il Movimento rischia di non presentarsi in nessun Comune. E nei gruppi cresce il malcontento sulla giustizia

Liste fantasma e fronde interne: il M5S rischia di schiantarsi

Non sono bastati il braccio di ferro con Davide Casaleggio e le liti pubbliche con Beppe Grillo. Ora per Giuseppe Conte si presentano altri ostacoli che rischiano di intralciare e rallentare il percorso di rifondazione del Movimento 5 Stelle che ha deciso di promuovere in prima persona. Peccato però che le difficoltà interne non manchino: non sono solo l'imbarazzo e il disagio provati nel governo Draghi, ma anche una serie di fattori che da mesi minano la stabilità dentro il M5S. Le aspettative ottimiste dell'ex premier hanno dovuto presto fare i conti con la delicata situazione che vede i pentastellati spaccati e suddivisi in molteplici correnti di pensiero. A tutto ciò si aggiunge una valanga di timori in vista delle prossime elezioni Amministrative.

L'incubo delle liste fantasma

Il 3 e il 4 ottobre, a scanso di ripensamenti, molti Comuni d'Italia saranno chiamati al voto. Tra questi figurano importantissime città come Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. Appuntamenti cruciali che inevitabilmente avranno dei riflessi sulla politica nazionale. A preoccupare i grillini è il concreto scenario di non riuscirsi a presentare in alcuni territori: i 5 Stelle rischiano di non fare in tempo a partorire le liste in diverse realtà a causa dello stallo interno. Il che sarebbe una sconfitta ingiustificabile per Conte. Anche perché le basi cittadine hanno lamentato più di qualche volta l'assenza e il mancato interesse degli eletti nei loro confronti.

Ad esempio il M5S di Milano ha pronto il programma per la città da febbraio e da allora chiede l'autorizzazione a formare la lista e a selezionare un candidato sindaco. A spiegare l'atteggiamento dei vertici è stato il consigliere Gianluca Corrado: "Da Roma non si sono però mai fatti sentire. Non so se questo ritardo sia voluto o se si tratti semplicemente di mediocrità gestionale. In ogni caso non è accettabile". A Napoli i malumori sono palesi: i big hanno deciso di convergere su Gaetano Manfredi insieme al Partito democratico, ma Matteo Brambilla (capogruppo in consiglio comunale) potrebbe candidarsi come sindaco con una propria lista a sostegno.

I malumori interni

I timori di Conte&Co sono incentrati anche sulla riforma della giustizia: l'ok arrivato in Consiglio dei ministri porterà gli eletti a doversi fronteggiare con altri smottamenti interni su tutto il territorio nazionale. All'interno del Movimento si registrano mugugni e mal di pancia per il compromesso raggiunte con le altre forze politiche. Il ministro Marta Cartabia ha invitato i partiti di maggioranza "a rispettare i patti", ma alla Camera non si escludono dissidenti. Pochi forse. Anche se in realtà, fanno notare i 5S, potrebbero semplicemente non presentarsi in Aula piuttosto che disattendere la linea del partito e rischiare l'espulsione.

Oggi alle 18:30 Conte si collegherà via Zoom con deputati e senatori pentastellati proprio per parlare della riforma della giustizia. Il suo auspicio è quello di ottenere tutti voti positivi, senza nessun contrario. Il Corriere della Sera parla di qualche decina di eletti (tra i 30 e i 50) pronti a farsi sentire, anche se nel Movimento tendono a minimizzare sostenendo che al massimo saranno 4-5 i malpancisti.

Per blindare la linea è possibile che il discorso in Aula, con la dichiarazione di sostegno alla fiducia, sia pronunciato da Alfonso Bonafede.

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