"Liste illegali". E ora piovono i ricorsi

A Roma, in via del Nazareno, sono giorni complicati. Gli attacchi più violenti arrivano dall'interno, dai delusi per le decisioni prese da Enrico Letta.

"Liste illegali". E ora piovono i ricorsi

A Roma, in via del Nazareno, sono giorni complicati. Gli attacchi più violenti arrivano dall'interno, dai delusi per le decisioni prese da Enrico Letta. Ed è proprio da uno di questi, il consigliere regionale Dem Fabiano Amati, che arriva la stilettata più violenta. «Le liste del PD in Puglia sono invotabili!» ci dice al telefono con tono perentorio. Eletto con oltre 10.500 preferenze nel collegio di Brindisi, Amati ora accusa: «Le liste che hanno preparato sono illegali». E ribadisce scandendo bene le parole con la certezza di essere ascoltato: «illegali, lo scriva, lo scriva». Ma è sicuro di quello che dice? «Assolutamente! Non hanno rispettato lo statuto». A dirlo non è la «bestia social» di Matteo Salvini con qualche post su Facebook, neanche la macchina propagandistica di Giorgia Meloni, come ci si aspetterebbe, ma uno degli uomini più forti del Partito Democratico in Puglia. «Abbiamo presentato un ricorso alla Commissione Nazionale di garanzia del PD per far ritirare le liste. Devono essere rifatte». E lancia, insieme ad altri colleghi di partito, una petizione online «cestiniamole ora» che ha già raccolto diversi consensi. Neanche il caldo afoso della Puglia e il mare azzurro lo distrae dalla sua missione: sconfessare il PD. «Lo statuto nazionale del partito prevede che gli incarichi debbano essere resi contendibili, non possono essere decisi da qualche capo o capetto, come è stato fatto. Inoltre, deve essere garantita la parità di genere invece qui i sei capilista sono tutti uomini. Tutti. Non c'è nemmeno una donna. Eppure, era stato Letta a dire che siamo un partito femminista. Dove, quando?». Ma secondo lei la Commissione di Garanzia del PD boccerà le liste fatte dal suo stesso segretario? «Me lo auguro. Lo spero. Guardi che a Roma sono molti gli scontenti, anche all'interno della commissione». In tanti si sarebbero aspettate le solite primarie, invece, Enrico Letta, ha deciso di spartire i seggi a modo suo, ignorando le regole. Il criterio ce lo spiega lo stesso consigliere che, vivendo dentro il partito, ne sa qualcosa. «Lo schema che hanno attuato è semplice: prima la corte con tutti i raccomandati, poi la società civile, i giovani, le espressioni dei territori e, infine, i capaci. Hanno piazzato solo adulatori e cortigiani». Ma l'attacco più pesante è riservato al suo stesso Presidente Michele Emiliano che, a dire di Fabiano Amati, ha redatto personalmente le liste tanto da inserire il suo capo di gabinetto tra i favoriti.

«Ha imposto come capolista nella circoscrizione Lecce Brindisi il suo tuttofare, Claudio Stefanazzi. Non ha nemmeno la tessera del PD in tasca. Un catapultato in parlamento con listino bloccato». Dunque, voterà per il centrodestra? «Sicuramente non per l'attuale lista del PD! È invotabile».

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