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Le liste di proscrizione del saltafila Scanzi

Il giornalista del Fatto Quotidiano insegue fantasmi in camicia nera. Ne scova quattro nella nostra redazione. E pubblica la sua lista di proscrizione in un libro

Le liste di proscrizione del saltafila Scanzi

Nel paese reale i neo fascisti sono lo zero virgola. Nella testa di Andrea Scanzi sono quasi tutti stipati nelle redazioni dei giornali di centrodestra. Pure nel nostro. Eh sì che noi, in tutti questi anni, non ce ne eravamo mica accorti. Ora, grazie alle liste di proscrizione del saltafila del Fatto Quotidiano, abbiamo anche i loro nomi e cognomi. Sono ben quattro. Nella sua ultima, sudatissima fatica letteraria, Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre (Paper First), li mette tutti nero su bianco definendoli "fascistelli in erba" e dedicando loro interi capitoli.

Ma chi sono questi neo fascisti che manu militari avrebbero occupato la nostra redazione? Visto che, al pari di noialtri, nemmeno voi lettori del Giornale.it li avete mai stanati, ecco super Scanzi correre in nostro aiuto. Si tratta di due firme che collaborano con noi e con InsideOver ormai da qualche anno: Francesco Giubilei e Daniele Dell'Orco. La loro colpa? Aver dato vita nel 2017 a Nazione Futura, "un vero e proprio hub di pulsioni fasciste", scrive il saltafila, "animato da fascistelli in erba travestiti da para-intellettuali". Il capitolo (tre paginette scarne al pari di tutti gli altri pseudo-capitoli che compongono il libercolo) è un copia-incolla delle biografie dei nostri due collaboratori. Non si capisce cosa gli si rinfacci. I due, da anni, animano il dibattito culturale attraverso le pubblicazioni delle loro case editrici: Historica, Giubilei Regnani e Idrovolante. Andate a vedervi i titoli in catalogo e scoprirete che non ci troviamo di fronte a pericolosi fascisti. Anzi. Eppure di loro il coraggiosissimo e indomito Scanzi scrive così: "Se volete capire che aria tira, e tirerà nell'estrema destra colta (sempre ammesso che tale asserzione non sia un ossimoro), leggete questi due. Anche se leggerli non vi risulterà né facile né divertente". I due lo quereleranno a breve. Giustamente.

Ma andiamo avanti. La terza con cui Scanzi se la prende è Alessandra Benignetti. Tutto perché lo scorso 21 aprile, sul Giornale.it, la giornalista osa scrivergli contro un articolo in seguito a una discutibilissima comparsata dell'alfiere di Marco Travaglio a Cartabianca (leggi qui). Deve averlo talmente fatto incazzare che eccolo dedicarle un intero capitolo dal titolo Forza (Nuova) Benignetti!. Eh sì, perché la nostra giornalista quando era al liceo aveva militato nell'estrema destra. Parliamo di quindici-vent'anni fa. "Una sorta di Maglie in diesis minore - la descrive così nel libro - direi che ha un futuro assicurato come aedo di terza fila del fasciosalvinismo". Lui, che le file le salta a pie' pari, è nella prima del grillismo più violento.

Ultimo nome legato alla nostra testata è quello di Chiara Giannini, colpevole a detta del censore Scanzi di aver pubblicato con la "iper-destrorsa" casa editrice Altaforte "il mitologico Io sono Matteo Salvini (...), un libro appena appena agiografico, scritto con uno stile involontariamente comico-dadaista e - quel che più conta - un meraviglioso volume boomerang: se n'è parlato tanto, ha venduto poco e dopo la sua uscita Salvini non ne ha beccata più mezza". Non sappiamo quanto abbia venduto, né ci interessa saperlo, ma in quanto a stile... beh, dopo aver letto Sfascistoni da cima a fondo, possiamo assicurare che Scanzi ha davvero poco da insegnare.

Lasciamo dunque Scanzi ai suoi fantasmi in camicia nera.

Il paese reale e la nostra redazione sono un'altra cosa.

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