L'Italia colabrodo: in tre giorni seimila sbarcati

La via balcanica è chiusa, il tempo mite e l'esodo non si ferma. Mogherini: «Missioni europee in acque libiche»

Oltre mille migranti al giorno. É questo il ritmo di arrivi sulle coste italiane nel corso di questa settimana. L'Organizzazione internazionale dei migranti ha già stilato un bilancio, affermando che da martedì a ieri sono sbarcati nel nostro Paese oltre seimila rifugiati e i numeri sono destinati ad aumentare, complice anche la situazione meteorologica che permette traversate meno rischiose. Ormai è un fenomeno inarrestabile, tanto che l'Europa, con colpevole ritardo, cerca di correre ai ripari, visto che i Paesi membri cominciano a provvedere da soli, come sta facendo l'Austria che ha blindato la frontiera del Brennero, o come hanno già fatto Ungheria, Bulgaria e Croazia, che alzano delle barriere anti immigrati. In Europa, dall'inizio dell'anno, sono già arrivati quasi 180mila rifugiati, 150 mila dei quali solo in Grecia. Anche i numeri dello scorso anno fanno paura: 1.015.078 arrivi via mare, per la maggior parte dalla Libia e dal Medio Oriente attraverso la Turchia. «Il numero di potenziali migranti in Libia è allarmante ha ammesso il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk Dobbiamo ricordare che la rotta balcanica non è l'unica e che quindi altri Paesi si aspettano la nostra cooperazione e solidarietà», come Malta e l'Italia. «Mi riferisco qui - ha spiegato - alla rotta del Mediterraneo centrale, che sicuramente i migranti in Libia stanno prendendo in considerazione». Secondo Tusk, però, la questione non può essere affrontata allo stesso modo dei Balcani, «prima di tutto perché la Libia non è la Turchia. Quella della Libia è infatti una preoccupazione che si aggiunge alla già difficile situazione dei migranti che arrivano in Europa da est e dal braccio di ferro messo in atto in quest'ultimo periodo tra Italia e Austria a causa della chiusura della frontiera del Brennero, a opera dell'Austria». Il presidente della Commissione europea ha invece spiegato che il tanto criticato accordo con la Turchia è stato fatto «per evitare l'orrendo traffico di esseri umani, che pagano cifre enormi alle organizzazioni criminali per attraversare il mare e arrivare in Europa». Sull'emergenza immigrati è intervenuto anche l'Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini: «Proporrò lunedì a Lussemburgo ai ministri di Esteri e Difesa dell'Ue di allargare la missione Eunavfor Med alle acque libiche, se il governo libico ce lo chiede. Ne ho già parlato con il premier Fayez Al Sarraj», ha annunciato. Il piano elaborato per la Libia prevede infatti tre fasi e le ultime due da discutere sono l'allargamento della missione navale in acque territoriali libiche e anche operazioni sul suolo libico se il governo locale lo richiederà. La Mogherini si è anche rivolta a Vienna, invocando inutilmente di aprire le porte: «Auspico che l'Austria non alzi muri, ma mostri il volto dell'accoglienza, come ha fatto l'estate scorsa», ha aggiunto, celebrando poi con il solito mieloso buonismo la politica delle porte aperte: «Proviamo frustrazione e vergogna per i muri che vediamo alzare in Europa, ma dovremmo provare orgoglio per questa Italia e questa Europa che salvano vite umane. Non è alzando muri che si gestisce un fenomeno che li aggirerà o abbatterà». Il premier Matteo Renzi, dal canto suo, minimizza: «C'è un problema che riguarda il nostro Paese ma non c'è un'invasione in corso». Il premier spiega che quello dei migranti «è un grande problema», ma il governo ha le «idee chiare su come affrontarlo».

Renzi si rivolge a Bruxelles: «L'Ue si faccia portatrice di una strategia a partire dagli aiuti ai paesi africani e bloccare i viaggi della morte. Io non voglio minimizzare ma voglio dare un messaggio di serietà. I numeri degli sbarchi sono appena qualcuno in più rispetto allo scorso anno. Dico agli italiani: buonsenso e ragionevolezza».

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