Coronavirus

L'Italia ora teme un "giallo Natale". Dopo il Friuli tocca all'Alto Adige. Altre regioni in ansia

L'Italia è da ieri di nuovo colorata. Colpa del Friuli-Venezia Giulia, che nei giorni scorsi ha superato tutti e tre i parametri che segnano il confino tra la sicurezza e la prima zona di rischio

L'Italia ora teme un "giallo Natale". Dopo il Friuli tocca all'Alto Adige. Altre regioni in ansia

L'Italia è da ieri di nuovo colorata. Colpa del Friuli-Venezia Giulia, che nei giorni scorsi ha superato tutti e tre i parametri che segnano il confino tra la sicurezza e la prima zona di rischio. Ma presto potrebbe toccare ad altre regioni, e questo diventerebbe un problema nel mese dello shopping natalizio.

In Lombardia c'è una certa agitazione, visto l'aumento piuttosto pronunciato dei contagi. La situazione secondo i nostri calcoli è ancora abbastanza sicura, ma si teme che con la progressione attuale di crescita la regione più popolosa d'Italia possa finire in giallo prima di Natala. L'indice di contagio è molto sopra il primo livello di guardia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti (134) ma questo valore è alto in tutta Italia e ormai non è più fondamentale. Conta di più quello che accade negli ospedali e qui i margini sono ancora consistenti: ieri la Lombardia conteggiava 817 ricoveri in area non critica (+28 rispetto al giorno precedente) con una percentuale di occupazione dei 6.608 posti disponbili del 12,36 per cento, sotto al limite del 15 che spedisce in giallo. Quanto alle terapie intensive, sono occupate al 6,47 per cento (99 posti sui 1.530 disponibili) quando il primo livello di guardia è del 10 per cento.

Sono altri al momento i territori più a rischio. Per la provincia autonoma di Bolzano la zona gialla a partire da lunedì prossimo sembra scontata: l'incidenza dei contagi è alle stelle (513 casi ogni 100mila abitanti, la più alta d'Italia)e anche l'occupazione dei posti in area non critica è da giorni oltre il limite (ieri 93 letti sui 500 disponibili, pari al 18,60 per cento), ma ormai anche le terapie intensive superano il 10 per cento: ieri 12 occupate sulle 100 a disposizione. Problemi anche in Calabria (incidenza 82, occupazione delle aree non critiche al 12,82 per cento, delle terapie intensive al 9,20), nel Lazio (incidenza al 156, occupazione dell'area non critica all'11,45 per cento, delle terapie intensive al 10,29), nelle Marche (incidenza al 170, occupazione dell'area non critica all'8,59 per cento, delle terapie intensive al 10,08) e in Valle d'Aosta, dove l'incidenza vola a 281 casi ogni 100mila abitanti, l'occupazione delle aree non critiche è al 20,20 per cento è quella delle terapie intensive è sì bassa (3,03) ma considerati i numeri piccoli della regione alpina supererebbe il 10 per cento con soli 3 ricoveri in più.

Come detto ieri il Friuli ha anticipato il resto dell'Italia, non solo perché si è tinto di giallo a causa del superamento dei limiti (incidenza di contagi a 350 casi settimanali ogni 100mila abitanti, terapie intensive occupate al 15,43 per cento, posti letto in area non critica occupati al 21,61 per cento) ma anche per la decisione del presidente Massimiliano Fedriga di introdurre il Green pass rafforzato con una settimana di anticipo rispetto al resto dell'Italia. Senza il passepartout che si ottiene soltanto avendo completato il percorso vaccinale o essendo guariti dal Covid da meno di sei mesi, non si può sedere al tavolo nei bar, mangiare nei ristoranti, andare al cinema e a teatro, seguire gli eventi sportivi allo stadio, ballare in discoteca e partecipare a feste e cerimonie. I tamponi molecolari o antigenici negativi non faranno più le veci della vaccinazione. A Trieste ieri in centro c'era un grande via vai, ma tutti erano muniti di mascherina e nei bar quasi nessuno ha trasgredito alle nuove regole. I controlli dei Green pass sono stati affidati ai gestori, ma anche le forze dell'ordine si sono fatte vedere in giro per dissuadere eventuali trasgressori. La regione ha comunque fatto sapere che per i primi giorni sarà usato il buon senso e una certa tolleranza. I prefetti della regione sono stati i primi a convocare i Comitati per la sicurezza per definire i piani d'azione coinvolgendo la polizia locale. Le sanzioni applicate vanno da 400 a 1000 euro sia per l'esercente sia per il cliente e se la violazione viene ripetuta per tre volte, in tre giorni diversi, scatta la chiusura del locale per 10 giorni.

Fino a domenica 5 dicembre nessun cambiamento sui mezzi pubblici: si potrà salire senza esibire il certificato di avvenuta immunizzazione, basterà indossare la mascherina.

Commenti