Non si scende. I contagi restano sopra quota trecento per il quarto giorno consecutivo, dopo cinque giorni (tra il 6 e il 10 giungo) in cui erano stati stabilmente sotto questa «asticella». Nulla di preoccupante, sia chiaro, tenendo conto che si è molto lontani dal temuto nuovo boom di contagi che era stato paventato dopo le riaperture delle scorse settimane. Insomma, un «rimbalzino» che fa pensare che il virus sia ormai sotto controllo.
I nuovi casi registrati ieri sono 338 e portano il totale a 236.989. Di essi 244 arrivano dalla Lombardia, che ieri ha «fatturato» il 62,89 per cento del totale italiano. La provincia più colpita quella di Bergamo con 62 nuovi casi davanti a quella di Milano con 45 (21 nel solo capoluogo). Al secondo posto c'è il Piemonte con 30 casi, quindi sopra quota dieci soltanto Emilia-Romagna (17) e Lazio (14). Otto regioni (Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Molise e Basilcata) ieri non hanno registrato nemmeno un contagio mentre le altre vanno da un solo contagio di Campania, provincia di Trento e Sicilia agli otto della Toscana.
I contagi attuali sono 26.274, con una diminuzione di 1.211 rispetto a sabato. Di essi 209 sono in terapia intensiva (con un calo di 11 unità), 3.594 ricoverati con sintomi (-153) e 22.471 in isolamento domiciliare fiduciario. Tra le regioni con il maggior numero di positivi attuali spicca come sempre la Lombardia con 15.989 (il 60,85 per cento del totale nazionale), davanti al Piemonte (2.648), all'Emilia-Romagna (1.637) e al Lazio (1.322).
Ieri sono stati contabilizzati 56.527 nuovi tamponi, su 29.545 nuovi casi. La percentuale di contagi rispetto ai test effettuati è dello 0,59 per cento. La Lombardia, dove sono stati refertati 9.336 tamponi, presenta invece un indice di contagi molto più alto, pari al 2,61 per cento. Finora sono stati refertati 4.620.718 tamponi su 2.846.621 soggetti differenti.
I morti sono stati ieri 44, dei quali 21 dalla Lombardia. Il totale dei decessi dall'inizio dell'emergenza è di 34.345. I guariti e i dimessi sono in totale 176.370, con un aumento di 1.505 rispetto a ieri.
Sembrano sotto controllo i due focolai di Roma. Cinque dei 14 casi registrati nel Lazo sono riferibili al cluser dell'Irccs del San Raffaele Pisana di Roma, che raggiunge così un totale di 109 casi positivi e 5 decessi correlati. «Al San Raffaele Pisana - spiega l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato - sono stati tutti trasferiti i 64 pazienti e chiesta dalla Asl Roma 3 alla direzione sanitaria della struttura la sanificazione dai reparti di medicina e riabilitazione cardiologica e respiratoria. Dei 5 casi riferiti al cluster due sono operatori sanitari (uno nella Asl Roma 4 e uno nella Asl Roma 5), due fanno riferimento al cluster famigliare nella Asl Roma 6 e uno è un famigliare di un paziente nella Asl Roma 1 dimesso dalla struttura. Rimangono nella struttura 79 pazienti e di questi 13 sono in dimissione con tampone negativo. In settimana verranno nuovamente eseguiti i test a tutti i dipendenti e tutti i pazienti rimasti. A oggi sono stati effettuati oltre 4 mila test per circoscrivere questo focolaio, si tratta di uno sforzo senza precedenti su un'unica struttura». Chiuso invece il focolaio di piazza Pecile alla Garbatella, nel palazzo occupato da sette anni da decine di famiglie abusive. All'interno non ci sono casi positivi. Il totale delle persone trasferite dalla struttura è di 52 unità tra positivi e negativi.
Sono stati eseguiti un totale di 108 tamponi, 4 i positivi esito degli ultimi tamponi e sono persone già trasferite sabato sera. Nel palazzo rimangono 49 persone tutte negative e poste in sorveglianza dalla Asl Roma 2. «È stata importante per contenere i focolai la tempestività degli interventi», ha detto D'Amato.
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