"Non esistono condizioni immediate per mettere fine al conflitto in Ucraina. Le cause sono troppo profonde. Risalgono al 1994, quando la Nato iniziò ad espandersi. Io già allora scrivevo che quell'espansione ci avrebbe portato alla guerra. Oggi l'unico modo per uscirne è un cambio totale delle élite europee. Sono fallite sul piano morale, economico e politico e per restare al potere alimentano la guerra. Per uscirne vanno sconfitte definitivamente". Sergey Karaganov, 73 anni, Presidente del Consiglio per la Politica Estera e di Difesa di Mosca è, da quasi quarant'anni, una delle voci più ascoltate del mondo accademico russo. Le sue idee hanno influenzato le politiche di Boris Eltsin e di Vladimir Putin. Le sue tesi sulla necessità di difendere le minoranze russe anche al di fuori dai confini della Federazione sono diventate la base ideologica per l'Operazione Speciale in Ucraina. Ma Karaganov ha anche contribuito alla riformulazione della dottrina strategica sull'uso delle armi nucleari varata nel 2024 da Vladimir Putin. Ed è uno dei più agguerriti avversari dei tentativi europei di inserirsi nelle trattative sull'Ucraina.
"Le élite europee - sostiene in questa intervista esclusiva al Giornale - sono le prime a volere la guerra per rifarsi delle sconfitte subite sul piano politico, economico e morale. Per questo l'Europa è oggi il nostro peggiore nemico".
Peggiore degli Usa che hanno armato l'Ucraina?
"Le élite europee sono precipitate in un abisso di ignoranza intellettuale, politica e morale. Sono delle iene infuriate pronte a trasformare l'Europa nel focolaio di una nuova guerra mondiale".
In questo momento la guerra però la fate voi. E vi costa anche cara, sia in termini di vite umane che di risorse economiche.
"Le sanzioni sono sicuramente un problema per l'economia, ma alla fin dei conti questa guerra è una benedizione. Ovviamente non ci dimentichiamo della gente che muore questo prima o dopo va fermato. Ma se discutiamo di costo economico non possiamo dimenticare che le paghe dei soldati finiscono nelle tasche di persone normali, di famiglie residenti in regioni della Russia che erano povere e sottosviluppate, mentre adesso stanno rifiorendo. Questo rappresenta una vera e propria redistribuzione della ricchezza".
Secondo lei un'eventuale linea del cessate il fuoco dove deve passare?
"Potremmo fermare la guerra da qualche parte a ovest del fronte attuale, ma il resto dell'Ucraina dovrebbe diventare una zona cuscinetto completamente smilitarizzata".
E chi la governerebbe?
"La nazione Ucraina, con tutto il rispetto, non è pronta a costruire uno Stato. Sia un governo amico della Russia, sia uno vicino all'Europa risulterebbe totalmente corrotto. Potremmo darle una forma di statualità gestita dall'esterno magari con un corpo di pace indiano, cinese o africano".
E che ne pensa di una presenza militare europea?
"Assolutamente no. Una presenza militare europea significherebbe la fine dell'Europa. Punto".
Che significa?
"Che la Russia sarebbe costretta a fare il passo decisivo. Non possiamo tollerare ancora a lungo i nostri nemici europei. Se non si fermeranno l'anno prossimo, o quello successivo, consiglierò al mio governo d'innalzare d'uno o due gradini la scala dell'escalation nucleare".
Sta parlando di un'escalation nucleare?
"Si l'escalation nucleare è una possibilità. Io spero che non ci si arrivi perché oltre ad essere un peccato morale è un evento terribile. Ma le iene senza cervello che oggi guidano l'Unione Europea vanno cacciate via. Se non lo faranno i popoli europei prima o poi saremo costretti a usare l'arma definitiva".
Quindi potreste usare armi atomiche contro l'Europa?
"Spero di no. L'Europa in fondo è anche casa mia dal punto di vista spirituale e culturale. Ma potrebbe rivelarsi necessario".
Non teme la risposta americana?
"Conosco bene la storia nucleare, gli americani non hanno mai pensato di sacrificare le loro città per difendere l'Europa".
Anche francesi e inglesi hanno l'arma atomica.
"Francesi e inglesi, nonostante siano governati da un branco di idioti, non si sognerebbero neppure lontanamente di rispondere".
Lei si è già espresso così in passato, ma Putin ha detto di non considerarla una buona idea.
"Certo e io sono d'accordo con il Presidente. Lui pensa non sia ancora il momento, ma tra uno o due se la guerra in Europa non si fermasse allora... Io ovviamente spero non succeda. Sono cristiano, sono russo e non voglio che muoiano dei bambini innocenti".
Non è meglio un accordo con Donald Trump?
"Ci proveremo, ma l'accordo deve eliminare le cause del conflitto. Dunque l'aggressione militare-politica strisciante, ovvero l'espansione della Nato, va fermata".
Dunque i leader europei che prevedono un attacco russo entro due o tre anni potrebbero aver ragione.
"No, non stiamo parlando di attacco. Non sarebbe un attacco, sarebbe semplicemente una punizione".