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La lite per l'auto e gli schiaffi. Poi lo sparo e il linciaggio finale

Il vice ispettore Sortino non ha chiamato i rinforzi. Il figlio di Chimirri ha tentato di ucciderlo dopo la morte del padre

La lite per l'auto e gli schiaffi. Poi lo sparo e il linciaggio finale
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Un banale incidente, un danno di poche decine di euro. Abbastanza per scatenare una rissa culminata con l'omicidio di Francesco Chimirri, 44 anni, e del linciaggio del vice ispettore della squadra mobile Giuseppe Sortino, 37 anni. La tragedia di Crotone la raccontano i testimoni, l'automobilista speronato in un sorpasso azzardato, la figlia della vittima, le telecamere su via don Giuseppe Puglisi. Soprattutto le riprese di un telefonino da un palazzo di fronte al luogo dell'omicidio, diventate virali.

Sortino, un agente di polizia che sta per prendere servizio, assiste a un incidente allo svincolo Sud del cavalcavia che immette sulla statale 106. Lui è a bordo di una Peugeot 208, Chimirri su una Dacia Duster. Scoppia una discussione anche se, sulle prime, i due automobilisti sembrano arrivare a un accordo. Chimirri, a un certo punto, si sarebbe rifiutato di pagare il danno dello specchietto. Sortino interviene, si qualifica, tesserino alla mano. «Si è messo in mezzo un poliziotto - racconta la figlia di Chimirri sui social - che ha parlato scacagliato (sic) e papà gli ha menato uno schiaffo. Lui ha iniziato a menare e papà l'ha menato pure». Chimirri, pizzaiolo a Isola Capo Rizzuto, sale in auto e si dirige verso l'abitazione dei genitori. Sortino dietro. Non risulterebbe nessuna richiesta d'intervento ai colleghi delle volanti tantomeno al 112.

La questione si sposta al Lampanaro, quartiere periferico della città. Sortino si trova faccia a faccia con i fuggitivi. «Lui ha iniziato a menare e papà pure - racconta ancora la figlia - Poi ha preso il manganello e gliel'ha tirato in testa a papà che si è alterato e l'ha menato e quello là ha cacciato la pistola e l'ha sparato al petto». Tre i colpi esplosi, uno centra il torace del 44enne. L'uomo crolla a terra. La tragedia non è finita.

Dal palazzo scendono parenti e amici con mazze di ferro e bastoni. Il poliziotto prova a difendersi, ma ha la peggio. Calci in testa, bastonate, pugni in faccia. I denti di Sortino e la pistola d'ordinanza restano sull'asfalto. Il figlio 18enne della vittima grida: «Hanno ucciso mio padre». Poi afferra l'arma: il ragazzo «scarrella» la 9x21 in dotazione alle forze dell'ordine per finire l'agente ferito ma la pistola, fortunatamente, s'inceppa. Mentre arrivano le prime ambulanze, la folla continua a infierire sul poliziotto. I sanitari del 118 devono strapparlo a forza al linciaggio. Chimirri non arriverà vivo all'ospedale San Giovanni di Dio, Sortino invece finisce in Terapia Intensiva a Catanzaro. Fratture al volto, alla mandibola, al naso e un trauma cranico: la diagnosi. Viene operato per ridurre un ematoma alla testa. «Non è in pericolo di vita» sottolineano i medici. Sul posto polizia e carabinieri per i rilievi. Secondo il medico legale, il proiettile che colpisce Chimirri viene esploso dal basso verso l'alto, forse quando l'agente è già a terra dopo la prima scarica di cazzotti.

Sortino è indagato per omicidio volontario, il padre della vittima, il figlio e un'altra decina di persone per tentato

omicidio e lesioni gravi. Sortino sarà interrogato appena le sue condizioni miglioreranno. Non è esclusa l'apertura di un provvedimento per non aver seguito la procedura, ovvero chiedere l'intervento della sala operativa.

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