
Ci mancavano i "Quattro mori" che fanno i tuffi. Al grande libro globale del "cancel culture" si aggiunge oggi un gustoso capitolo livornese.
Potrebbe essere presto rivisitato, infatti, il simbolo stesso della città toscana, nota per la sua indole ribelle e per la sua singolare storia. Il monumento di marmo e bronzo che si trova in piazza Micheli (foto) celebra la vittoria del granduca Ferdinando I de' Medici sui corsari barbareschi che imperversavano sulla costa. E lo fa ritraendoli in catene. Discutibile ovviamente agli occhi di oggi, ma il gruppo scultoreo ha quattro secoli. Questioni simili si sono poste in altre città, basti pensare che ai piedi del "Santiago matamoros" - il San Giacomo che nell'iconografia cristiana ha la spada sguainata e calpesta i nemici - in Galizia sono stati posti pudicamente dei fiori.
A Livorno - ne parlava ieri Il Tirreno - la soluzione potrebbe essere ancora più fantasiosa ed è contenuta in un progetto di cui si parlava da decenni, sempre contemplato negli strumenti urbanistici, ma a cui nessuno finora aveva mai dato la spinta finale: il ritorno della "Fortezza Vecchia" come isola. Nel maxi progetto della fortezza-isola è prevista - appunto - una nuova versione dei Quattro Mori: liberati dalle catene: "Uno nell'acqua, uno che sta per tuffarsi, uno che legge un libro, uno che cammina immerso nei suoi pensieri" si legge nel quotidiano locale.
Troppo, perché non se ne parli: "La proposta di una nuova versione dei Quattro Mori, con reinterpretazioni che snaturano il significato originario del monumento, rischia di essere l'ennesimo tentativo di riscrivere la storia di Livorno secondo logiche ideologiche e non di memoria storica - attacca per esempio Alessandro Perini, consigliere comunale e capogruppo provinciale di Fdi - I Quattro Mori sono un simbolo identitario della città, legato alla sua storia secolare e al contesto del XVII secolo. Sostituire o stravolgere questo simbolo significa privare i livornesi di un pezzo della loro memoria". "Se davvero si vuole erigere un nuovo monumento - provoca Perini - lo si faccia per rappresentare i problemi attuali e concreti di Livorno. Un esempio? Una statua con quattro figure che ritraggano gli spacciatori di piazza Garibaldi, un simbolo contemporaneo delle catene che la criminalità impone alla sicurezza e al decoro della città". La questione accende gli animi insomma.
Su altre sponde politiche, perplesso anche Simone Lenzi, ex assessore alla Cultura, protagonista di una orgogliosa battaglia contro il "politicamente corretto" e il conformismo di sinistra.
"Sono cose che non mi riguardano più - ammette - Ricordo che ne parlai io stesso con Fondazione Livorno. Con il passare degli anni mi sono sempre più convinto che queste operazioni, così didascaliche, alla lunga siano piuttosto stucchevoli. Poi, un conto sono i progetti, lo realizzeranno mai?".