Il lockdown di Pulcinella

Se non fosse una tragedia vera, con gli ammalati ammassati nelle sale d'aspetto e nei corridoi degli ospedali, verrebbe da parlare di una classica commedia all'italiana.

Il lockdown di Pulcinella

Se non fosse una tragedia vera, con gli ammalati ammassati nelle sale d'aspetto e nei corridoi degli ospedali, verrebbe da parlare di una classica commedia all'italiana. Il lockdown a colori deciso dal governo già al primo giorno mostra tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni. Ieri, per fare un esempio, a Milano circolava per le strade la stessa gente dei giorni precedenti. Tutti fuorilegge? Non credo - di fatto sono chiusi solo negozi e ristoranti - e comunque i controlli, data la mole di traffico, sono impossibili almeno di voler militarizzare la città e disseminarla di posti di blocco manco fossimo su un fronte di guerra.
Ma che la situazione sia sfuggita di mano lo si evince anche da quello che ieri è successo in Puglia, Regione nella quale il governatore Emiliano aveva da giorni sospeso ogni attività scolastica a prescindere dai decreti del governo. Bene, ieri i giudici amministrativi del Tar di Bari, alle 12.30, hanno accolto il ricorso di un gruppo di genitori contrari alla chiusura e ordinato l'immediata ripresa delle lezioni in presenza.
Ma meno di un'ora dopo, alle 13.15, i loro colleghi del Tar di Lecce, dove era stato depositato un analogo ricorso, sentenziavano il contrario: ha ragione Emiliano, le scuole devono rimanere chiuse perché il diritto alla salute prevale su quello allo studio.


A quale dei due giudici dobbiamo credere? Possibile che a Bari la legge sia diversa, addirittura all'opposto, di quella di Lecce, che dal capoluogo regionale dista 150 chilometri? Quanti stati di diritto esistono, ma soprattutto esiste ancora il diritto di avere uno Stato?
Vi sembra possibile che in Lombardia, zona virus rosso fuoco, i ragazzi di prima media possano e debbano andare a scuola ma i loro coetanei pugliesi, zona classificata non infetta, siano costretti a stare a casa da Emiliano e da metà della magistratura?
Se dopo i politici e i virologi, anche i giudici si dividono tra allarmisti e negazionisti, lo sbocco non può che essere il caos. Del resto, come si usa dire, il pesce puzza dalla testa. Io sono per rispettare regole e ordini, ma in un paese di Pulcinella è uno sforzo enorme e a questo punto non saprei dire neppure quanto utile.

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