Dalla Lombardia alla Puglia ecco i covi dell'Isis in Italia

Ad Andria smantellata una scuola di terrorismo: arrestato l'imam radicale Ma è la filiera dei Balcani la più attiva nell'attirare fanatici da Milano a Lucca

C'è la «filiera dei Balcani» che corre da Roma a Milano, attraverso la Toscana. Parte dal quartiere romano di Centocelle e ha ramificazioni fino a Siena e Lucca. Un'altra linea nera che collega Pordenone, Bergamo e Cremona, dove un predicatore bosnicaco ora agli arresti a Sarajevo, Bilal Bosnic, avrebbe cercato adepti da addestrare per il reclutamento nello Stato islamico. Ancora Veneto, Belluno: qui e a Pordenone si cercano le tracce lasciate da Ismar Mesinovic e Munifer Karamalesky, partiti per la Siria. E poi Andria, in Puglia: una «scuola di terrorismo» come l'hanno definita i pm si alimentava nella locale moschea, dove è stato arrestato l'imam, titolare di un call center diventato il punto di collegamento via Internet con il mondo jihadista.

La mappa dell'estremismo islamico in Italia è una cartina mantenuta nel silenzio, osservata senza clamore, proprio per studiare e controllare i soggetti più pericolosi, per ora indagati o semplicemente «attenzionati». Tramite lo studio di queste cellule indipendenti gli investigatori stanno tenendo sotto stretta vigilanza spostamenti, contatti via web e possibili crescite dei gruppi isolati di fanatici reclutatori. Il legame con i Balcani sembra il più forte: la «filiera» con base a Centocelle, il quartiere della nuova metropolitana romana, periferia est, si occuperebbe di indirizzare volontari tramite la rotta dei Balcani in Turchia e poi in Siria. Il nucleo è di estrazione salafita, con ramificazioni fino a Milano. Le persone sorvegliate sono una dozzina. Sarebbero alla ricerca di aspiranti combattenti da indottrinare e poi da inviare nei campi per l'addestramento, attraverso la rotta balcanica, prima del reclutamento finale nell'Isis. Si occuperebbero anche della parte logistica, con il reperimento di passaporti falsi per il transito nei Paesi della ex Jugoslavia.

In Veneto, in Friuli e in Lombardia l'Antiterrorismo sta cercando di ricostruire il lavoro di reclutamento del predicatore Bilal Bosnic. In Friuli sono state perquisite le abitazioni di due balcanici che preparavano i discorsi dell'imam. A Belluno e Pordenone potrebbero essere ancora presenti nuclei di fondamentalisti indottrinati dalle parole dell'imam. La polizia postale di Venezia tiene sotto stretta osservazione la pagina Facebook «La scienza del Corano», gestita da Annas Abu Jaffar, ora a Casablanca ma residente fino a poco tempo fa nel bellunese.

Un altro imam arrestato questa volta dalla magistratura italiana, Hosni Hachemi Ben Hassem, tunisino, aveva organizzato ad Andria, in Puglia, una base del terrore. L'arresto, con quello di altri quattro tunisini, è avvenuto a settembre, le motivazioni della sentenza sono state rese note ora. Pene da cinque anni a due mesi, per il reato di associazione con finalità di terrorismo.

Il gup, Antonio Diella, vive ora sotto scorta. La moschea di Andria viene definita dal giudice un «rifugio» di jihadisti. La base logistica era un call center gestito dallo stesso Hasni. Il gruppo si addestrava sull'Etna e si connetteva costantemente ai siti fondamentalisti innegganti al martirio, cercando informazioni in rete «sul confezionamento di esplosivi» e sulle modalità di reclutamento per l'invio di volontari sui fronti di guerra, in Siria prima di tutto.

L'area di Bari e Foggia, scrive il gup, «notoriamente popolata da folte comunità di immigrati risulta attualmente tra le più sensibili e a rischio di diffusione del fenomeno» del reclutamento ai fini di terrorismo. Sotto osservazione da parte delle Fiamme Gialle per una serie di movimenti bancari sospetti sono anche alcune zone della Liguria.

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