Coronavirus

La Lombardia vola. "Salvi per primi". Fedriga si ribella: basta classifiche

Moratti: "A questo ritmo il 10 luglio tutti con una dose, presto l'immunità di comunità". Terza iniezione, ipotesi richiamo entro un anno. E Pfizer avvia i test per i bimbi tra 5 e 11 anni

La Lombardia vola. "Salvi per primi". Fedriga si ribella: basta classifiche

La classifica cambia di giornata in giornata, ma è chiaro che nella corsa a tappe dei vaccini c'è chi ha un passo da scalatore e chi arranca. La Lombardia, ad esempio, pensa e spera di essere la prima a tagliare il traguardo. Al ritmo attuale si raggiungeranno i 14 milioni di dosi somministrate, pari al 70 per cento della popolazione immunizzata, nella seconda decade di agosto. «Penso che saremo la prima regione a raggiungere l'immunità di comunità, ormai facciamo regolarmente più di 100mila vaccini al giorno», dice la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti ospite a Mattino Cinque su Canale5, che sottolinea anche l'adesione della fascia tra i 12 e i 29 anni, che ha raggiunto finora «il 52 per cento sul totale della popolazione».

E la Lombardia - che ha anche al momento il record di efficienza in Italia con 6.754.050 dosi inoculate sulle 7.164.610 ricevute, pari al 94,3 per cento - intende accelerare ancora: da lunedì 28 giugno la seconda dose della vaccinazione anti-Covid sarà proposta dal portale per la prenotazione dal 21esimo giorno per i vaccini Pfizer-BioNTech e dal 28esimo per il Moderna. Resta invariato il limite dei 42 giorni come data massima di prenotazione della seconda dose.

Tra le regioni che stanno andando più veloce e che se la battono con la Lombardia ci sono la Campania, l'Abruzzo, la Puglia, il Lazio. Quelle più lente al momento la provincia autonoma di Trento (si prevede il raggiungimento del 70 per cento di immunizzati ai primi di ottobre), il Veneto, il Piemonte, l'Emilia-Romagna, le Calabria. Il Friuli-Venezia Giulia è al momento a centro-classifica e questo infastidisce evidentemente il govenratore massimiliano Fedriga, che è anche presidente della Cofnerenza delle regioni: «Non possiamo utilizzare la materia dei vaccini come la classifica della Serie A di calcio, altrimenti diventa veramente un caos. Penso sia stata una cosa deleteria. Una campagna vaccinale così massiccia e massiva deve avere come punto principale la programmazione. Purtroppo invece abbiamo visto che a causa delle classifiche bisognava essere primi, non capendo che in realtà la valutazione dell'efficacia del sistema si ha nel medio periodo».

Il fantasma che aleggia sulla campagna vaccinale è quella della terza dose, possibile, probabile, quasi certa. «Assolutamente la terza dose sarà prevista - garantisce Andrea Costa, sottosegretario alla Salute -. Gli studi attualmente ci dicono che indicativamente sarà l'anno l'arco temporale in cui questo richiamo dovrà essere fatto». E per allora «non saremo più in una situazione emergenziale: avremo una struttura organizzata sul territorio, ci sarà ovviamente la possibilità di una pianificazione e di un'organizzazione diversa. È chiaro che la medicina del territorio giocherà un ruolo fondamentale». Anche se Fedriga vorrebbe qualche certezza in più: «C'è ancora un dibattito scientifico in corso. Noi abbiamo una macchina delle Regioni pronta a partire ma su questo tema non abbiamo ancora chiarezza».

Altro tema, quello dei più giovani: mentre l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco) inizia a valutare la richiesta presentata dall'americana Moderna di estendere l'uso del suo vaccino agli adolescenti (12-17 anni), Pfizer si spinge oltre e annuncia l'avvio di nuovi test per raccogliere dati sull'efficacia e la sicurezza del vaccino anti-Covid sviluppato con BioNTech nei bimbi tra 5 e 11 anni. Uno sviluppo in linea con il monito della rivista Jama Pediatrics ai genitori: «I bambini possono diffondere Covid-19 ad altri e possono anche avere effetti a lungo termine che durano mesi.

Per questi motivi, devono essere protetti».

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