L'ombra del Califfato si allunga sulle Maldive

Paradiso in pericolo

L'ombra del Califfato si allunga sulle Maldive

L'ombra sinistra dell'Isis si allunga anche sulle Maldive, il paradisiaco arcipelago nell'Oceano Indiano meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo. Ieri la polizia ha fatto irruzione, nella capitale Malè, nella sede di una televisione privata, dove ha sequestrato materiale connesso a a un video recentemente apparso su Youtube con il marchio Isis nel quale tre personaggi a volto coperto, con sullo sfondo la bandiera nera del Califfato rivolgevano minacce di morte al presidente Abdulla Yameen Abdul Gayoom se non avesse fatto liberare un leader estremista islamico attualmente in carcere.

Già da alcuni giorni nelle Maldive è stato proclamato lo stato di emergenza, che sospende una serie di libertà fondamentali dei cittadini in nome della sicurezza nazionale. L'emergenza dovrebbe durare per un mese in base al decreto presidenziale. Stati Uniti e Unione Europea sono intervenuti presso il governo maldiviano per chiedere la revoca immediata del provvedimento, che viene motivata con il ritrovamento di una grande quantità di esplosivi la scorsa settimana e la scoperta di un complotto contro Yameen che sarebbe stato ordito dal vice presidente Ahmed Adeeb, poi arrestato. Lunedì scorso, inoltre, le autorità avevano riferito di aver disinnescato una bomba nei pressi del palazzo presidenziale.

La vera ragione del ricorso a metodi estremi sembra però essere il radicalizzarsi di un conflitto politico, che ha avuto nello scorso marzo il suo culmine con l'arresto dell'ex presidente Mohamed Nasheed, noto come il «Mandela delle Maldive».

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