Londra Sopravvivere a un figlio è la cosa più innaturale che possa capitare a un genitore. Non avere neppure il tempo per poterlo piangere, perché si deve tornare al lavoro, è crudele e indegno di una società civile. Il Regno Unito sarà il primo paese a tentare di migliorare le cose con una legge che offrirà a tutti coloro che perdono un figlio, al di sotto dei diciotto anni, due settimane di congedo retribuito da prendere insieme o separatamente entro un anno. Un piccolo passo che certo non restituirà a questi poveri genitori chi è stato strappato loro prematuramente e ovviamente non allevierà il dolore che provano, ma offrirà almeno il tempo per affrontarlo, per farci i conti, per disperarsi e chiedere aiuto, per organizzare un funerale senza fretta, per tentare di riprendere i ritmi di una vita che non sarà mai più la stessa.
Il nuovo congedo per lutto, entrerà in vigore nell'aprile prossimo dato che la legge è già stata approvata nel 2018. Il governo conservatore inglese ha annunciato che si tratta dell'offerta più generosa in tema di congedo per lutto esistente al mondo. Si chiamerà Jack's Law in memoria del piccolo Jack Herd che morì annegato in un laghetto a soli 23 mesi nel 2010.
Quando accadde la disgrazia, il padre del piccolo scopri con raccapriccio che poteva assentarsi dal lavoro soltanto per tre giorni e uno di questi doveva essere il giorno del funerale. Da allora la madre Lucy si è battuta senza sosta perché la legislazione venisse riformata offrendo a tutti coloro che avevano passato la stessa terribile esperienza almeno il conforto del tempo in più. Un tempo che prima era considerato un favore concesso dai singoli datori di lavoro - e che poi si trasformava in ferie usufruite o congedo per malattia da sottrarre al numero di giorni canonici previsti - e che da aprile diventerà un diritto in più.
Inizialmente la madre di Jack aveva fatto pressione sui politici perché a tutti venisse fatta la medesima offerta, non solo a chi perdeva un figlio, ma anche a chi rimaneva senza un genitore e cosi via.
«Un lutto è un lutto» ha commentato ieri, lei che è riuscita a ottenere almeno un risultato positivo dalla disgrazia che l'ha colpita così duramente e che vorrebbe vedere un giorno, il medesimo diritto esteso a chiunque perda un proprio caro. Anche Clea Harmer, direttore esecutivo di Sands, un'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa delle morti neonatali e delle conseguenze che hanno sulle famiglie toccate dal dramma, considera questa nuova legge un buon inizio, anche se il tempo in più da dedicare al lutto dovrebbe fare parte di un'attenzione più vasta nei confronti di chi perde un figlio. «Molti genitori - ha raccontato alla Bbc - dopo la morte di un neonato o di un bimbo piccolo hanno una reazione che necessita di un intervento psicologico. Del tempo in più e un sostegno preventivo possono fare una grande differenza». Un'altra area dove si deve fare di più è la comunicazione. «La gente non parla della morte di un bambino - ha concluso Harmer - facendo sentire chi l'ha provata completamente isolato». Il ministro per gli Affari Andrea Leadsom ha definito questa misura «un minimo sul quale bisogna continuare a costruire».
«In alcuni casi i datori di lavoro si dimostrano molto
sensibili verso i genitori che attraversano queste tragedie - ha dichiarato - ma il messaggio che vogliamo far passare è che questo diritto è il minimo per legge, ma noi speriamo e li incoraggeremo a fare anche molto di più».
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