L'opposizione convoca Conte: "Ora riferisca su Fioramonti"

Mulè (Fi): l'esecutivo è soltanto un patto per le poltrone Fdi e Lega: «È stato il peggior ministro dell'istruzione»

L'opposizione convoca Conte: "Ora riferisca su Fioramonti"

La scuola come specchio del Paese. La sua crisi come virus di un'intera nazione. L'opposizione vede nelle dimissioni del ministro Fioramonti un segno inequivocabile che l'istruzione pubblica non sia semplicemente l'anello debole di una catena, bensì il paradigma di una malattia più diffusa. Giorgio Mulè, portavoce dei parlamentari azzurri, ricorda in proposito le parole di Berlusconi che aveva bollato la Legge di bilancio «tutta tasse e manette». «Queste dimissioni - spiega Mulè - dimostrano che l'esecutivo si fonda solo su un volgare patto per la poltrona». Da più parti si fa notare che le risorse necessarie per sostenere il reddito di cittadinanza hanno impedito al governo di adottare una politica di sviluppo e di crescita. E dimenticare di considerare la scuola come naturale motore propulsivo di crescita, è un errore marchiano. Tanto che i parlamentari azzurri hanno avanzato la richiesta di un'audizione urgente del presidente Conte affinché riferisca quanto prima in Parlamento sulla questione.

Seguendo proprio il pensiero di Berlusconi Valentina Aprea ricorda che la scuola (come il resto del Paese) «avrebbe bisogno di una visione più ampia fatta di investimenti sull'innovazione e di spending review». E i deputati di Forza Italia della Commissione cultura sottolineano poi l'inopportunità di dimissioni in un momento delicato per il mondo della scuola. «Col suo gesto - si legge in una nota degli azzurri - Fioramonti si è assunto tra l'altro la responsabilità di bloccare processi amministrativi importanti, a partire dall'indizione dei bandi di concorso per l'assunzione di 48mila docenti e dall'apertura della nuova fase contrattuale per il personale della scuola».

Federico Mollicone (Fratelli d'Italia) teme che ora si passi dalla padella (Fioramonti) direttamente alla brace (il suo successore). Insomma al peggio non ci sarebbe fine. E se da un lato il capogruppo di Fdi in Commissione cultura plaude alle dimissioni come gesto di coerenza dall'altro ricorda che un ministro «che si dimette per l'insufficienza dei fondi stanziati per scuola e università dimostra il fallimento delle politiche scolastiche di questo governo».

Su una cosa, però, i rappresentanti del centrodestra sono compatti: il ministro Fioramonti non sarà rimpianto. «Uno dei peggiori della storia repubblicana - commenta il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega) -: quello che voleva tassare le merendine e togliere il Crocifisso della aule perché non ci rappresenta». «Avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni - aggiunge la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni - già da tempo per i suoi post deliranti su donne e forze dell'ordine». La Meloni poi ricorda che il ministro che ora si è dimesso per la mancanza di fondi è lo stesso che «ha stanziato un milione di euro per promuovere l'ideologia gender nelle scuole».

Sul fronte della prossima scadenza elettorale, intanto, Berlusconi spiana la strada a Jole Santelli come candidato alla guida della Calabria. Dopo l'annuncio ufficiale della vigilia di Natale, ieri il leader di Forza Italia ha pubblicato una lettera aperta ai fratelli Mario e Roberto Occhiuto (sindaco di Cosenza il primo, e vice capogruppo alla Camera il secondo, considerati a lungo come potenziali candidati a ruolo di governatore), per chiedere di fare squadra intorno al nome della Santelli.

«È troppo importante cambiare il futuro di una Regione costretta all'immobilismo da anni di cattiva gestione - scrive Berlusconi - Solo il centrodestra unito può determinare questa svolta. Per questo sono certo che, pur nella comprensibile amarezza personale, vorrete rinunciare a scelte che avvantaggerebbero solo i nostri avversari».

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