L'opposizione grida all'allarme povertà poi boccia tutti gli aiuti di Palazzo Chigi

Critiche totali, dalla social card all'assegno di inclusione: «Elemosine»

L'opposizione grida all'allarme povertà poi boccia tutti gli aiuti di Palazzo Chigi
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Aggrapparsi agli sms dell'Inps per chi non ha più diritto al Reddito di cittadinanza. Insistere con la propaganda martellante sul salario minimo e strumentalizzare l'allarme povertà. Cavalcare le parole del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida sui poveri e criticare ogni aiuto del governo rivolto a chi è in difficoltà. È questa la politica delle opposizioni sulla povertà. Uno slogan. Come definire la social card varata dall'esecutivo «uno schiaffo», «un insulto», «un elemosina» oppure «una mancetta da un euro al giorno». L'ultima definizione viene da Angelo Bonelli, deputato e co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra. E non importa, se in poco più di un mese dall'attivazione, la carta «Dedicata a Te» per contrastare il caro spesa è stata richiesta da più di un milione di famiglie. «Oltre un milione le tessere della card Dedicata a te consegnate al 25 agosto, circa 10mila solo nella giornata di giovedì», fa sapere il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Eppure Bonelli insiste: «La social card è una mancetta da un euro al giorno, 382 euro totali per famiglia, per contrastare il caro vita». Lo stesso leader dei Verdi aveva parlato nei mesi scorsi di «elemosina». Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein a luglio aveva parlato di «una cifra che insulta la dignità delle persone».

Nel frattempo i dem cambiavano idea sul Reddito di cittadinanza, a cui anni fa erano contrari, e stroncavano l'assegno di inclusione, un altro bonus anti-povertà varato dal governo di centrodestra. «È una misura che discrimina, la povertà non è una colpa», spiegava la senatrice Pd Sandra Zampa il 24 giugno in un'intervista ad Avvenire. Una misura, l'assegno di inclusione, contenuta nel Dl lavoro. Un provvedimento che il leader del M5s Giuseppe Conte ha definito «decreto precarietà». Nello stesso testo ha trovato posto anche il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti per il periodo da luglio a dicembre del 2023. Un taglio che ha avuto come effetto l'aumento dei soldi in busta paga anche per i lavoratori che guadagnano meno di 1923 euro mensili lordi. Ma per Schlein il Dl era «una condanna alla precarietà» e «una provocazione». Mentre l'idea di bonus per i docenti che lavorano in un luogo dove il costo della vita è più alto è stata stroncata così dalle opposizioni: «Si creano diseguaglianze». Sempre sul fronte scuola, la recente notizia dell'immissione in ruolo di oltre 50mila insegnanti è stata salutata con freddezza dalla Cgil. «Di straordinario c'è solo il numero dei precari», la reazione da parte del sindacato rosso sempre più vicino al Pd. La dinamica si è replicata sul territorio.

Qualche giorno fa il Pd del Lazio ha protestato contro il «bonus neomamme» con Isee non superiore a 30mila euro varato dalla giunta regionale di centrodestra. «Sono stati coinvolti i centri pro vita ed esclusi i consultori», ha attaccato la sinistra. Aggrapparsi a tutto.

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