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L'ora delle candidature Il centrodestra chiude in settimana

Salvini dà l'annuncio: «Vedremo presto Berlusconi». La Meloni boccia la manovra

L'ora delle candidature Il centrodestra chiude in settimana

L'idea è quella di chiudere al più presto la pratica sulle candidature. Il centrodestra si ritrova compatto e forte nei consensi. Quindi il ferro va battuto finché è caldo. Salvini e la Meloni ieri hanno parlato da Bologna (ma in differenti contesti). E hanno detto la stessa cosa: in settimana si chiude con le candidature delle regionali. Il riferimento è a Toscana, Calabria e Campania, che - dopo l'Emilia Romagna attesa al voto il 26 gennaio - sono le più vicine scadenze elettorali. «Con Berlusconi e la Meloni - conferma il leader della Lega - ci incontreremo in settimana». «Per l'Umbria ho scommesso qualche caffè - dice ancora Salvini -. Per l'Emilia Romagna mi sento ancor più ottimista e sono disposto a mettere sul piatto qualche cappuccino». E se il buongiorno si vede dal mattino, ieri la folla che occupava in ogni ordine di posti l'EuropAditorum di Bologna per assistere alla kermesse organizzata da Fratelli d'Italia e dedicata all'Altra manovra rappresenta un ottimo viatico per la campagna elettorale che nel centrodestra è già una macchina che si muove a pieno regime.

Al summit sulle candidature per le regionali si parlerà ovviamente di Stefano Caldoro, candidato da Berlusconi come possibile antagonista di Vincenzo De Luca per la corsa a governatore della Campania, ma si metterà sul piatto anche una rosa di nomi per la Calabria, le Marche, la Puglia e la Toscana. Solo su quest'ultima il veto salviniano sarà vincolante. Mentre su Marche e Puglia a proporre i nomi sarà il partito di Giorgia Meloni. La Toscana è da tempo entrata nelle mire del Carroccio e non è un caso che proprio ieri la manifestazione delle sardine a Firenze si sia trasformata in una kermesse anti-salviniana. Segno che in terra toscana il timore di un dilagare del centrodestra è sentito profondamente. Sabato, poi, in piazza a Firenze è stato il sindaco di Massa, il leghista Francesco Persiani, a provare sulla sua pelle l'odio nei confronti della destra da parte di alcune frange particolarmente intolleranti del movimento delle sardine. Tanto che lo stesso Salvini ha parlato di «nazismo rosso». Lo stesso leader della Lega si dimostra sereno nei confronti del movimento di piazza («li ringrazio») perché la sua demonizzazione già in passato ha portato soltanto buoni frutti al Carroccio. Da Castelnovo de' Monti (Reggio Emilia) ha poi ironizzato sulle sardine. «Questa piazza pure al freddo e alla pioggia è piena di gente ma al telegiornali non interesserà. Anche se qui parliamo di cose concrete non come quei pesci che sono contrari a tutto». L'Emilia Romagna, dice, deve far ripartire le infrastrutture ferme da trent'anni. E su questo si concentra soprattutto la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni.

Sempre a proposito di sardine, la Meloni boccia il fenomeno. «Si tratta - dice - di un movimento tutt'altro che spontaneo. Dietro di loro la lunga mano del Pd che, guarda caso, evita di comparire sui tanti manifesti elettorali di Bonaccini di cui è già tappezzato il capoluogo emiliano». Anche la leader di Fratelli d'Italia preferisce soffermarsi sulle «cose concrete».

E nel suo intervento dal palco dell'EuropAuditorium rilancia l'«altra manovra», lamentando soprattutto l'evasione dei piccoli imprenditori extracomunitari («proponiamo un deposito cauzionale di 30mila euro per i cittadini extracomunitari che intendono aprire un'attività») e poi un aiuto più incisivo al bilancio delle famiglie («asili nido gratuiti e aperti a tempo pieno e Iva agevolata sui prodotti per l'infanzia e un reddito di infanzia da almeno 400 euro al mese per un figlio fino ai sei anni»).

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