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L'ordine per fermare l'aereo delle Ong ancora chiuso in un cassetto dell'Enac

A fine giugno il Viminale ha chiesto di verificare l'idoneità di "Sea Bird", già messo a terra l'anno scorso. L'Ente: "Ci stiamo lavorando"

L'ordine per fermare l'aereo delle Ong ancora chiuso in un cassetto dell'Enac

Gli aerei delle Ong, che lo scorso anno non potevano volare dal nostro territorio e nel 2018 erano stati cacciati da Malta, decollano senza problemi da Lampedusa. E individuano i gommoni con i migranti partiti dalla Libia, che poi vengono recuperati dalle navi dei talebani dell'accoglienza oppure intimando alle motovedette maltesi e italiane di intervenire come se fossero loro al comando.

L'aspetto paradossale è che il ministero dell'Interno ha inviato il 30 giugno all'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile, una richiesta di controllare gli aerei delle Ong per capire se rispettano tutte le norme, oppure no, come era avvenuto lo scorso anno. L'Ente spiega che «si stanno facendo tutte le verifiche del caso con la Polizia e la Capitaneria di porto».

Per di più i velivoli scattano foto e video poi utilizzati per incastrare chi riporta in Libia i migranti su richiesta dell'autorità di Tripoli. Ieri sono finiti indagati il comandante della nave italiana Asso 28 e un rappresentante della società denunciati da «Giuristi Democratici», una specie di costola legale pro Ong per avere consegnato nel porto di Tripoli, alle motovedette libiche regalate da noi, 101 migranti nel luglio 2018.

L'obiettivo dovrebbe essere bloccare i velivoli, come ha fatto la piccola Malta, ma da almeno un mese e mezzo il Moonbird prima e il Seabird adesso, della Ong tedesca Sea watch, decollano quasi ogni giorno da Lampedusa a caccia di migranti. L'Enac non ha ancora deciso sulla legalità dei voli, ma sta svolgendo i controlli chiesti dal Viminale.

L'aspetto assurdo è che la scorsa estate proprio Moonbird era stato bloccato a terra dall'Enac, ma al governo c'era, ancora per poco, la Lega poi sostituita dal Pd. «Le norme nazionali impongono che quei velivoli possano essere usati solo per attività ricreative e non professionali - spiegava l'ente controllore - Quelle di ricerca e soccorso sono operazioni professionali che richiedono un regime autorizzativo, non compatibile con gli aeromobili di costruzione amatoriale».

In teoria non dovrebbe essere cambiato nulla, ma Moonbird era già tornato a decollare da Palermo in ottobre con il secondo governo Conte. Lo stesso aeroplano ha operato da Lampedusa fino al 29 giugno, poi sostituito, causa manutenzione, da Seabird, bimotore di ricognizione più grande. Moonbird aveva fatto in tempo ad avvistare i migranti al largo recuperati a fine giugno da Sea watch 3, compresi i ventotto poi risultati positivi al coronavirus.

Seabird ha preso degnamente il suo posto sempre con un equipaggio di Pilotes Volontaires pagati da Sea watch, anche se alcune Ong continuano a far pensare che voli pure Moonbird. Ogni volo costa dai 2000 ai 3000 euro, ovvero 60mila-90mila euro al mese. La Chiesa evangelica tedesca si è impegnata a finanziare gran parte della ricognizione aerea anche quest'anno. Nel 2018 Moonbird era costato 262.535 euro.

Ieri, grazie a Seabird, i maltesi hanno dovuto recuperare 63 migranti sbarcandoli nell'isola. All'inizio i piloti avevano chiesto di intervenire anche alla Guardia costiera italiana. Il 10 luglio l'aereo delle Ong ha avvistato un barcone con 268 persone, poi «scortato» verso Lampedusa. Il 3 luglio, sempre Seabird, ha individuato i cinquanta migranti recuperati dalla nave mercantile Talia poi sbarcati a Malta dopo un aspro braccio di ferro. E il primo luglio sono sempre i piloti delle Ong ad avere scattato la pietosa foto del cadavere di un migrante legato ad un gommoncino, immagine che viene poi usata come «arma» mediatica contro chiunque non sia allineato con i talebani dell'accoglienza.

Da ieri anche i parlamentari che hanno votato il rifinanziamento della Guardia costiera libica bollati dalla Ong italiana Mediterranea saving humans come «complici di torturatori, assassini e criminali».

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