Con l'oro si resta al riparo. Bene il rame e il platino

Per gli esperti delle materie prime, le commodity più interessanti nei prossimi 12 mesi sono rame, nickel e uranio: tutte e tre potrebbero riuscire a registrare un apprezzamento di cinque punti percentuali rispetto alle attuali quotazioni entro un anno. I loro prezzi (come per la maggioranza delle materie prime) sono inoltre espressi in dollari e quindi, considerando pari al 5% la potenziale rivalutazione del biglietto verde, il guadagno complessivo potrebbe spingersi fino al 10 per cento. Tra i metalli preziosi, gli esperti suggeriscono poi di puntare più sul platino e, in parte, sull'argento. Relativamente al platino, la crescita debole dell'offerta (vincolata anche dall'alto costo estrattivo dei principali produttori mondiali a cominciare dal Sud Africa) e il robusto incremento della domanda mondiale offrono una base per una rivalutazione a breve e medio termine dei prezzi che, secondo le ultime stime, potrebbe portare a un rialzo del 7%. Al contrario, le previsioni sulle quotazioni dell'oro rimangono stazionarie: secondo le ultime indicazoni di alcuni dei più importanti analisti valutari internazionali, il prezzo dell'oro dovrebbe oscillare nei prossimi 12 mesi tra i 1.100 e i 1.200 dollari l'oncia (ora viaggia intorno a 1.189). Ma attenzione, perché il metallo giallo resta l'asset privilegiato nel caso in cui scoppiasse una bolla speculativa: possedere un lingotto rappresenterebbe quindi una delle migliori garanzie di solidità per tutti gli investitori travolti dalle vendite della carta (azioni e bond) finanziaria.

Inoltre l'oro è uno degli investimenti che meglio reagisce in caso di un improvviso rialzo dell'inflazione, sebbene oggi non sembri all'orizzonte. Per queste ragioni, secondo i consulenti finanziari, avere una quota del 10% in oro (tramite anche gli Etf, i fondi passivi scambiabili come le azioni) è una buona scelta per qualsiasi giardinetto finanziario.

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