L'orrore del killer di Denisa si allarga: vertebre, capelli e slip nel suo giardino

Il sospetto è che appartengano ad altre vittime e che dietro agli omicidi ci sia un'organizzazione

L'orrore del killer di Denisa si allarga: vertebre, capelli e slip nel suo giardino
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È sempre meno un'ipotesi e ogni giorno di più una certezza, che Vasile Frumuzache - il 32enne romeno reo confesso degli omicidi delle connazionali Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei abbia sulle spalle altri omicidi, e cresce anche il sospetto che possa aver agito per conto di una banda specializzata. Nel giro di 48 ore gli investigatori che stanno indagando sulle escort rumene uccise a Prato hanno ritrovato nel terreno intorno alla casa dell'imputato una ciocca di capelli, un paio di slip da donna e soprattutto una vertebra umana. Tre oggetti che potrebbero inchiodare Frumuzache, avvalorando la tesi secondo cui gli omicidi finora confessati non sarebbero gli unici, e aprire un nuovo inquietante capitolo sulla vicenda. I tre reperti sono stati rinvenuti tra Montecatini e Monsummano Terme, tra il «campo degli orrori» dove è stato scoperto il corpo della seconda vittima e la zona intorno all'abitazione del killer: sequestrati dai carabinieri, saranno ora sottoposti ad analisi scientifiche. L'ipotesi investigativa al vaglio della Procura di Prato guidata dal procuratore Luca Tescaroli è che l'uomo non abbia agito da solo ma che faccia parte di un meccanismo più ampio e organizzato. Oltre ai resti umani, gli investigatori hanno poi trovato resti di incendio e sequestrato quattro telefoni cellulari uno dei quali nascosto sotto il sedile dell'auto di Frumuzache e altrettante lame bruciate, trovate vicino alla casa. Ulteriori dettagli che alimentano l'ipotesi che si tratti di un serial killer legato a un circuito criminale transnazionale dedito allo sfruttamento della prostituzione, in particolare di giovani romene. Lo scenario disegnato dagli inquirenti vede la guardia giurata come esecutrice di ordini dall'alto, una sorta di sicario incaricato di eliminare le escort che avevano provato a sottrarsi al controllo della rete criminale. E non è tutto: la ricostruzione degli investigatori incrocia una figura già nota all'avvio dell'inchiesta, dopo la sparizione lo scorso 15 maggio di Maria Denisa Paun: un avvocato calabrese finito sotto inchiesta per concorso in sequestro di persona e ora anche per concorso in omicidio. Il suo nome è emerso dalla testimonianza di un'amica di Denisa, che ha raccontato di colloqui riservati tra il legale e la madre della vittima, a sua volta indagata per false informazioni ai pm. L'uomo si sarebbe offerto di mediare per «liberare» Denisa da una banda di romeni attiva a Roma. Ad avvalorare ulteriormente l'ipotesi che il killer non abbia agito da solo è la testimonianza della madre di Denisa, che ha riferito come la notte del delitto due uomini avessero seguito la figlia fino al residence in cui riceveva clienti. Poche ore prima, la stessa Denisa aveva confidato a un'amica: «Se quello mi trova mi ammazza».

Per capire quali altre donne siano potute finire nel mirino di Frumuzache, la Procura sta incrociando gli spostamenti dell'uomo con le denunce di scomparse presentate negli ultimi sette anni sia in Toscana che in Sicilia.

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