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Lotti scarica Renzi: "Uscire dal Pd? Operazione senza senso"

L'ex ministro dello Sport, Luca Lotti, tra i membri più influenti del "giglio magico", boccia la scissione di Matteo Renzi: "La casa dei riformisti non può che essere il Pd. Che senso ha far nascere il governo e uscire dal partito?"

Lotti scarica Renzi: "Uscire dal Pd? Operazione senza senso"

Tra gli esponenti del Pd che non hanno aderito al nuovo partito di Matteo Renzi, spicca il nome di Luca Lotti. L'ex ministro dello Sport, fedelissimo dell'ex premier fin dai tempi in cui erano solo due astri nascenti della politica fiorentina, ha rifiutato di vestire i panni dello scissionista. Preferendo restare tra i dem, "la sola casa dei riformisti". Così la definisce Lotti in un articolo pubblicato sul Foglio, dove fa un elenco dei motivi che lo hanno indotto a tradire il suo vecchio amico. E senza risparmiargli alcune stoccate.

"Oggi - scrive Lotti - la sfida, si gioca tra il populismo e il riformismo". Serve "fare i conti col principio di realtà. Questo è il compito dei riformisti. In Italia, in questo momento storico, per me la casa dei riformisti non può essere che il Pd", scandisce l'ex ministro. Che poi spiega: "Ho deciso di restare nel Pd non solo perché questa è la mia casa, ma anche per difendere e non disperdere la nostra storia. Il nostro 'turbo-riformismo' ha prodotto tante leggi che hanno reso l'Italia più moderna, efficiente e giusta".

Secondo Lotti, un "partito di massa" come il Pd "deve recuperare l'originaria vocazione maggioritaria. Le correnti sono una ricchezza per rendere una vita di partito profondamente democratica: credo sia un errore averne paura", il giudizio del co-leader, insieme a Lorenzo Guerini, della corrente dem Base Riformista.

Quindi il passaggio più duro, dedicato all'uscita di Renzi dal Pd e alla creazione di Italia Viva. Lotti se le spiega così: "Qualcuno ritiene possa essere stato l'impulso, comprensibile e legittimo, a contare di più al tavolo della maggioranza: non so se questo sia vero, ma temo che in tal caso possa essere un orizzonte politico limitato".

Renzi, per Lotti, avrebbe ceduto a "un vecchio vizio della sinistra italiana, un frazionismo nel nostro campo politico che ne mina la credibilità". Fino all'attacco finale: "Che senso ha avuto far nascere il nuovo governo e subito dopo uscire dal partito?".

Una domanda che, nei giorni scorsi, si sono posti altri importanti leader del Pd.

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