«Un'eventuale adesione dell'Ucraina alla Nato porterebbe alla trasformazione di tutta l'architettura geopolitica in Eurasia. Nessun politico sano di mente può trovare argomenti ragionevoli per approvare un simile passo. La mossa rischia di aggravare tutti problemi legati alla sicurezza nel centro dell'Europa e peggiorare le relazioni tra paesi occidentali mettendo ulteriormente a rischio la pace». L'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov gela così, in questa intervista esclusiva a Il Giornale , le ipotesi di chi, dopo il recente summit della Nato in Galles, punta ad un allargamento della Nato a Kiev. Nello stesso tempo l'ambasciatore mette sul chi vive l'Italia. Pur facendo capire di comprendere le ragioni del nostro Paese, vincolato alle decisioni dell'Europa e dell'Alleanza Atlantica, il rappresentante della Russia lancia un chiaro «avvertimento» al governo Renzi invitandolo a mantenere il tradizionale ruolo negoziale basato sul dialogo con Mosca. «Siamo ben consapevoli che l'Italia, in qualità di paese membro della Nato e della Ue è disciplinata dalle politica d'alleanza. Nonostante questo mettiamo in rilievo una costante linea della conduzione del Paese in favore di preservazione dei canali del dialogo politico con la Russia. Mantenendo quest'orientamento l'Italia può contribuire alla soluzione dei problemi prima di tutto tramite le vie diplomatiche».
Federica Mogherini, nominata Commissaria Europea, ha parlato di «aggressione» all'Ucraina. Come giudicate questo atto d'accusa?
«La tendenza dei politici europei a usare una certa durezza nei confronti della Russia sulla questione Ucraina non è una novità. Ma questo non ci preoccupa. Continueremo a spiegare pazientemente il nostro punto di vista su quegli avvenimenti e le nostre buone ragioni. É andata così anche nel corso del lungo colloquio tra il presidente Vladimir ed il Ministro Mogherini durante la sua recente visita a Mosca. Siamo sicuri che alla fine il ruolo della Russia nella soluzione della crisi in Ucraina verrà compreso e valutata adeguatamente. Speriamo soprattutto che i partner occidentali, Italia compresa, ci diano una mano nella realizzazione del Protocollo firmato il 5 settembre a Minsk».
Basta a garantire la soluzione della crisi? In fondo si tratta solo di un cessate il fuoco. E neppure, dice qualcuno, troppo stabile.
«Quel piano è stato elaborato dal Presidente della Russia Vladimir Putin e punta effettivamente alla soluzione della crisi in Ucraina. Si tratta di un piano integrale. Tutti i suoi punti sono interconnessi e puntano al raggiungimento di raggiungimento di una tregua stabile e controllabile. Dal nostro punto di vista gli accordi raggiunti a Minsk sono importantissimi. Quegli accordi aprono la strada al dialogo politico e alla ricerca di una riconciliazione nazionale in Ucraina».
Avete duramente criticato la decisione della Nato di dispiegare una forza d'intervento rapido nell'Est europeo. Cosa vi preoccupa?
«Sono io a chiedervi di cosa ha paura la Nato? Perché cerca di avvicinare i suoi eserciti ai confini della Russia? Perché cerca d'insediarvi le proprie forze armate dando vita ad un dispiegamento bellico. Perché aumenta l'attività militare e chiede maggiori spese per la Difesa? Secondo noi tutte queste mosse rischiano di stravolgere la situazione militare sul terreno e rappresentano una minaccia alla sicurezza. La Russia non appena valutato il peso di questa nuova sfida non potrà che rispondere con misure adeguate».
L'Unione Europea può ancora contribuire alla soluzione della crisi ucraina?
«Sin dall'inizio abbiamo spiegato ai partner europei che le mosse per convincere Kiev a firmare l'Accordo d'Associazione con la Ue erano controproducenti. Sin dall'inizio abbiamo proposto l'avvio di negoziati trilaterali Ue-Ucraina-Russia. Il Presidente Putin ha spiegato dettagliatamente questa posizione durante gli incontri di Roma e Trieste dello scorso novembre, Purtroppo i colleghi dall'Ue non hanno voluto affrontare questa problematica facendo di tutto per arrivare alla firma di un accordo con Kiev. Quando gli ex-dirigenti dell'Ucraina hanno chiesto di studiare meglio la situazione sono stati cacciati con la violenza nonostante fossero stati legittimamente eletti. Sono state queste mosse a innescare una guerra fratricida».
Perché il vostro Ministro degli esteri della Russia Lavrov accusa Obama di sostenere il partito della guerra?
«Quelle dichiarazioni si basano sulla valutazione dei fatti. A Kiev operano delle forze politiche sostenute dei leader occidentali che sono chiaramente poco interessate a favorire il piano di pace firmato a Kiev dal Presidente Vladimir Putin e da quello dell'Ucraina Petro Poroscenko. Per capirlo basta leggere le dichiarazioni al riguardo».
In Iraq e Siria monta la minaccia jihadista. Siete pronti a combatterla assieme alla Nato e all'Occidente?
«In Iraq e Siria la Russia ha sempre svolto un ruolo costruttivo. E questo le è stato riconosciuto da tutti i politici ragionevoli. Nella lotta al terrorismo la nostra risposta è sempre chiara e costante. Altri dovrebbero invece incominciare a distinguere la differenza tra la lotta al terrorismo e le eliminazioni di regimi politici sgraditi. Eliminazioni che hanno causato gravi destabilizzazioni regionali».
Secondo la Nato siete presenti con truppe e mezzi sul territorio ucraino. E dieci vostri paracadutisti sono stati catturati all'interno dei confini di Kiev...
«Nella zona in cui sono stati catturati quei dieci soldati non esiste una frontiera precisa. I soldati ucraini l'attraversano a centinaia e passano costantemente sul territorio russo con mezzi da guerra blindati. Eppure nessun denuncia mai queste mosse, nessuno parla d'invasione armata da parte di Kiev. Per quanto ci riguarda i soldati ucraini sorpresi sul territorio russo vengono soccorsi, eventualmente curati, e riconsegnati a Kiev».
I combattenti filo-russi sono accusati di aver abbattuto l'aereo della Malaysian Airlines. Voi come la vedete?
«La Russia sembra l'unico Paese interessato a promuovere un'indagine accurata e imparziale su questa tragedia. Secondo le norme dell'Icao (International Civil Aviation Organization l'agenzia dell'Onu sull'aviazione civile, ndr ) l'inchiesta può durare un anno.
La Russia ha formulato una serie di domande specifiche e attende delle risposte oggettive in grado di fare la luce sulle cause reali. É molto strano, ed assolutamente inaccettabile, che qualcuno cerchi d'individuare un colpevole prima di conoscere i risultati di quell'indagine».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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